Sergio Romiti. L'equilibrio minacciato. Taccuini e fogli sparsi 1965-1982
Accame Giovanni M.
Vanni Scheiwiller
A cura di Vismara G.
Milano, 2011; br., pp. 213, ill., cm 16,5x24.
ISBN: 88-7644-665-6 - EAN13: 9788876446658
Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Società e Tradizioni
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.531 kg
Romiti incomincia a dipingere nel 1946 e dal 1947 partecipa attivamente alla vita artistica italiana. Montale definì la sua pittura "riconoscibile fra mille". Già nel 1946, si dedica alla pittura ma il suo ingresso nella vita artistica risale al 1948 quando espone alla Prima Mostra Nazionale d'Arte Contemporanea a Bologna. Partito da un neo-picassismo personalissimo (primi anni cinquanta), Romiti risente del codice espressivo e poetico del suo concittadino Giorgio Morandi.
Pittore di difficile interpretazione lo si può situare a metà fra Morandi e l'informale o - come lui amava ripetere - "a metà fra Morandi e Paco Rabanne".
Infatti la sua arte utilizza la metafora dell'oggetto come pretesto: l'oggetto d'osservazione è riproposto nelle opere filtrato da una dimensione mentale che ha la meglio su ciò considerato punto di partenza. Dopo il 1955 la struttura formale delle sue opere si perde, la distinzione oggetto- sfondo inizia a essere meno netta, la carcassa oggettuale va allargandosi e distillandosi. La sottrazione, oltre all'oggetto, inizia a riguardare anche i colori: dai rossi delle macellerie del 1948-1949, ai blu e verdoni delle cucine con mensole, dei tavoli e in seguito delle stirerie, si approda nel 1960 al bianco nero, scelta coerentemente portata avanti fino al 2000, anno in cui sceglie di porre fine alla sua vita.
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