La rovina come pretesto. Continuità e metamorfosi in tre musei ricostruiti
Quodlibet
Macerata, 2021; br., pp. 240, ill., cm 14x21,5.
(Quodlibet Studio. Città e Paesaggio).
collana: Quodlibet Studio. Città e Paesaggio
ISBN: 88-229-0508-3
- EAN13: 9788822905086
Soggetto: Architettura e Arte Civile,Urbanistica e Viabilità
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Il libro prende le mosse dalla "vita degli edifici" valutati come opere dell'uomo e testimoni, dunque, di vicende plurime: fondazioni, usi, abbandoni, trasformazioni, distruzioni, ricostruzioni. Si riflette sulla metamorfosi delle architetture al fine di conoscere, insieme alle fasi ideative, i momenti di crisi connessi alla perdita d'immagine e d'uso, che hanno investito manufatti del passato riducendoli in rovina e la cui sorte ha poi fortunatamente assegnato una rinascita. All'interno di tale casistica, si è circoscritto il campo d'indagine a interventi esemplari di ricostruzione, testimoni di un felice rapporto fra antico e nuovo. Si tratta di architetture storiche distrutte nella Seconda Guerra Mondiale - l'Alte Pinakothek, il Palazzo Abatellis, il Neues Museum - su cui sono intervenuti noti architetti contemporanei (Hans Döllgast, Carlo Scarpa e David Chipperfield) per riconferire funzionalità e immagine. La destinazione museale comune alle tre opere non è indifferente alla tematica antico/nuovo: il museo nasce infatti come luogo basato sulla raccolta spaziale di artefatti di tempi molteplici. I progetti intervengono tutti su edifici "morti" per restituirgli una nuova vitalità. Tale vitalità è il risultato della tensione generata da calcolati scarti linguistici, formali e materici, che danno un'idea di architettura come opera aperta.