Storia e poesia dei nostri avi pagani
Edizioni dell'Orso
Alessandria, 2023; br., pp. 296, cm 17x23.
ISBN: 88-3613-361-4
- EAN13: 9788836133611
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Peso: 0.64 kg
Dalla storiografia pragmatica di Polibio, la scienza dei fatti vista e ricostruita come un corpo, cioè come una unità di cause e conseguenze organiche che convergono unitariamente verso un fine (t?loj): il dominio, conquistato in 53 anni non compiuti, dai Romani sul mondo abitato; da Polibio, greco di Megalopoli, città dellArcadia della Lega Achea, vissuto tra il 206 e il 124 a.C. dal 167 ostaggio dei Romani a Roma, divenuto amico ed estimatore degli Scipioni nonché ammiratore della costituzione mista dello Stato dei Romani, alla Roma imperiale nella quale si diffonde la cultura (retorica, oratoria, dialettica come armi della politica) e la moda dei Greci, in particolare nellesperienza dei letterati e nella loro vita quotidiana: esemplare la testimonianza di Catullo, che sperimenta la passione avvalorata dalla similitudine con personaggi femminili come la puella, Atalanta, Procne, Saffo; intanto dalletà di Cesare e di Augusto inizia ad emergere a fianco dei patrizi e dei plebei nobilitati la classe dei provinciali e perfino dei liberti e dei loro figli; ed appare la crisi dellagricoltura italiana nella contemplazione malinconica delle Bucoliche di Virgilio; da altro (diremmo fantasioso) punto di vista Ovidio compone con le Metamorfosi una storia del mondo, ridistribuita in tre parti: le origini dal Chaos primordiale; letà dei miti: amori ed ire degli dèi, semidei, re, principi; letà storica, che inizia con la guerra di Troia. Il romanzo (Le Metamorfosi di Apuleio) della riscoperta dellanima attraverso lesperienza fallita della magia nera, dei morti che, risorti, in piazza davanti ai concittadini radunati per il funerale parlano della propria morte e accusano chi li avrebbe avvelenati, delle maghe, che fanno incantesimi damore scambiando crini di porco per capelli biondi; e infine il ritorno ad una vagheggiata poesia popolare con i poetae novelli dei tempi di Adriano(animula vagula blandula, hospes comesque corporis etc.) e Marco Aurelio (che Avidio Cassio, per disprezzo, chiamava philosopha anicula) imperatori.