Fratelli di sangue
Neri Pozza Editore
Vicenza, 2007; br., pp. 352, cm 14,5x22.
(Le Tavole d'Oro).
collana: Le Tavole d'Oro
ISBN: 88-545-0186-7
- EAN13: 9788854501867
Testo in:
Peso: 0.45 kg
È il 1870 e la carestia imperversa nel Bihar. In poco tempo il paese di Prayag si spopola. Le famiglie raggiungono i più remoti angoli dell'India, gli uomini si imbarcano sulle navi dei mercanti britannici e attraversano i sette mari. Prayag è solo un ragazzino, ma ha il nome della confluenza di due grandi fiumi sacri, il Gange e la Jamuna, un nome altisonante adeguato alla sua casta: i kshatriya, i guerrieri nati dalle braccia di Brahma. La carestia, però, non guarda in faccia a nessuno. Come un fuoco lento, l'inedia uccide i genitori di Prayag e sta per risucchiare la sua stessa vita, quando, dopo aver cremato il padre, il ragazzino decide di partire per Telinipara, un villaggio del Bengala dove hanno costruito una grande fabbrica. Quando giunge alla meta, Prayag si accascia stremato contro una lamiera, in un intrico di stradine fangose. Per sua fortuna, la lamiera è la porta del chiosco del tè di Wali Mohammad, un musulmano poco espansivo, ma dal cuore buono. Wali Mohammad dà a Prayag un paio di biscotti, del tè e una stuoia su cui dormire, e ordina alla moglie Diljan Bibi di preparare al ragazzino un piatto di riso. Per un brahmino, ogni musulmano è un impuro, con cui si può conversare e persino complottare, ma da cui non si può ricevere cibo. Accettando il cibo di Wali Mohammad, Prayag compie il primo passo di un lungo cammino che lo porterà a diventare il figlio adottivo di Wali Mohammad e Diljan Bibi e a radunare attorno a sé i luminari del villaggio.