L'indicazione falsa o erronea nell'esecuzione della volontà testamentaria
Giappichelli Editori
Torino, 2020; br., pp. 403, cm 17x24.
(Università di Brescia. Dipartimento di Giurisprudenza. 22).
collana: Università di Brescia. Dipartimento di Giurisprudenza
ISBN: 88-921-3461-2
- EAN13: 9788892134614
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 1.93 kg
Tra il momento di redazione della scheda e l'apertura della successione possono accadere fatti capaci d'incidere sull'esecuzione della disposizione testamentaria rendendone il significato oggettivo non più conforme alla volontà del testatore. Informazioni identificative dei connotati essenziali del lascito possono dunque rivelarsi false o erronee. Muovendo da una valutazione sistematica di tali ipotesi, alla luce della regolamentazione positiva delle sopravvenienze, l'indagine s'interroga sulle condizioni di ammissibilità di un rimedio che, attraverso la correzione della disposizione testamentaria, ne adatti il significato al senso con cui l'ha intesa il testatore. Centrale rilievo è riconosciuto, a tal fine, all'art. 625 c.c., che ammette la possibilità di impiegare, in funzione integrativo-correttiva, dati extra-testuali la cui rilevanza diacronica, ben oltre il momento della redazione della scheda, si estende a tutta la vita del de cuius se consentono di farne emergere la sua reale intenzione attraverso elementi di valutazione univoci. Anche riguardo agli esiti cui da tempo pervengono culture giuridiche diverse da quella italiana, il riconoscimento dell'applicabilità diretta della norma alle sopravvenienze testamentarie assicura la prevalenza della volontà dedotta dagli elementi extra-testuali sullo stesso significato oggettivo della disposizione, delineando un apparato rimediale coerente coll'attribuzione di valore costitutivo alla dichiarazione testamentaria e insieme col principio di autoresponsabilità, la cui sfera di operatività in quest'ambito deve tener conto di fisiologici adattamenti correlati alle specificità dell'atto mortis causa.