La fabbrica per spogliatoi e mensa di Marcello D'Olivo. Fra oblio e salvaguardia
Franco Angeli
Milano, 2022; br., pp. 176.
(Nuova Serie di Architettura. 69).
collana: Nuova Serie di Architettura
ISBN: 88-351-3705-5
- EAN13: 9788835137054
Soggetto: Urbanistica e Viabilità
Testo in:
Peso: 0.46 kg
Il testo ripercorre la vicenda di un'opera pressoché dimenticata di Marcello D'Olivo che nel corso dei suoi oltre sessant'anni di vita ha intercettato oblio e rovina, e più recentemente imboccato un complesso quanto controverso percorso di patrimonializzazione che ci interroga oggi sui principi da porre alla base delle scelte operative e sulle conoscenze su cui fondare il riconoscimento delle qualità da salvaguardare. Attraverso materiali d'archivio per lo più inediti - disegni, documenti di cantiere, relazioni inerenti all'iter del riconoscimento del valore culturale dell'opera - il lettore è proiettato all'interno della sua travagliata vicenda, che dal magniloquente esordio entro la scena urbana approda in breve a un rovinoso declino, giocato sul crinale di un'autorità annunciata e in realtà mai compiuta, presto intrecciato al progressivo "spaesamento" dell'opera entro una città, Trieste, destinata nel secondo dopoguerra a traiettorie di sviluppo distanti dall'orizzonte ideativo dell'architetto. Sulle tracce di tale percorso il lettore ha modo di constatare un cambio di passo a fine secolo; critica e sapere storiografico profilano infatti una riappropriazione in chiave progettuale dell'opera dell'architetto, sulla cui scia muove l'iter della tutela. Autorità e autorialità dell'opera - agganciate alla progettualità di matrice wrightiana assegnata all'architetto - sostanziano il riconoscimento del suo valore culturale, lasciandone in ombra la materialità e con essa le qualità che la fabbrica condivide con il mondo produttivo del proprio tempo. Un tempo che troppo prossimo all'attualità non sembra assicurare quel distacco storico utile a sollevare un'autentica attenzione conservativa, stante anche alla predeterminazione della destinazione d'uso - vera strettoia dell'iter della tutela - che spinge in direzione di una trasformazione radicale di quanto della fabbrica oggi sopravvive. Si profila così un intreccio che svela al lettore contraddizioni e conflittualità alla base di ipotesi operative, avanzate e mai compiute, i cui presupposti oscillano sensibilmente ponendo questi e interrogativi di natura teorica e metodologica sul restauro di un'opera moderna in abbandono, il cui valore di memoria e cultura richiede oggi un rinnovato riconoscimento.