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La luce e i silenzi. Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del seicento

Il Lavoro Editoriale

Fabriano, Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, 2 agosto - 8 dicembre 2019.
A cura di Alessandro Delpriori e Anna Maria Ambrosini Massari.
Ancona, 2019; br., pp. 336, ill. col., cm 23,5x28.

ISBN: 88-7663-893-8 - EAN13: 9788876638930

Soggetto: Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Extra: Barocco & Rococò

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.61 kg


Fabriano (Ancona), per la sua posizione e la sua storia è universalmente riconosciuta come osservatorio speciale e privilegiato sui fatti artistici, a partire dalle Marche ma con impatto ben più vasto. Soprattutto dopo la mostra su Gentile da Fabriano e il prestigioso riconoscimento dell'Unesco, questo suo ruolo può e deve essere promosso con iniziative di qualità, che sappiano valorizzare il territorio anche sul piano internazionale. In questa ottica si pone la mostra sulla figura e l'attività di Orazio Gentileschi, pittore commovente, caravaggesco elegiaco e limpido, che ha uno speciale focus nel momento fabrianese e marchigiano. La mostra La Luce e i Silenzi: Orazio Gentileschi e la Pittura Caravaggesca nelle Marche riunisce i capolavori realizzati tra Ancona (1606-1607), con la sublime Circoncisione e Fabriano (1612-1619), con La Vergine del Rosario oggi nella Pinacoteca Civica, la Visione di Santa Francesca romana oggi a Urbino (Galleria Nazionale delle Marche), l'intensa Maddalena per l'Università dei Cartai, nucleo di una stanza tematica e infine le opere del Duomo e di San Benedetto, contesti ricchissimi che saranno parte integrante del progetto e che riflettono, a gradazioni diverse, la conversione caravaggesca dell'artista.

Tema di grande suggestione quest'ultimo, la cui analisi è qui proposta per la prima volta in relazione alle Marche, terra dove Caravaggio è grande assente in quanto ad opere, se pur documentate, ma presentissimo nel lascito distillato da Gentileschi e compagni. La mostra, anche grazie a novità di opere e documenti, talora sconcertanti, allarga l'indagine sul territorio per illuminare incontri, incroci e incidenze dei numerosi artisti che, nel 'raggio di Caravaggio', ne hanno diffuso la dirompente novità. Si riuniscono in questa occasione brani altissimi del filone caravaggesco nelle Marche da Giovan Francesco Guerrieri ad Alessandro Turchi, da Giovanni Baglione a Mattia Preti, da Valentin de Boulogne a Andrea Commodi, da Bartolomeo Manfredi ad Antiveduto Gramatica, da Giovanni Serodine ad Angelo Caroselli, fino a Carlo Bononi, la cui pala realizzata per il monastero delle clarisse cappuccine ed oggi a Brera, tornerà per la prima volta a Fabriano dopo le spoliazioni napoleoniche del 1811. Presenze altrettanto preziose saranno quelle che faranno da contrappunto alla diffusione di questo linguaggio, mostrandone l'impatto ma con inflessione più classicista, tra Bologna e Roma, come in Giovanni Lanfranco, Emilio Savonanzi, Simone Cantarini, Guido Cagnacci, Giuseppe Puglia, Girolamo Buratti o nel dibattersi di due anime e due epoche, come in Pomarancio, Andrea Lilli, Filippo Bellini.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci