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Figure del limite. Estetica dell'ibrido tra arte e filosofia

Graphe.it

Perugia, 2021; br., pp. 106.
(Semi per il Futuro. 6).

collana: Semi per il Futuro

ISBN: 88-9372-120-1 - EAN13: 9788893721202

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.31 kg


L'ibrido terrorizza e ammutolisce ma, allo stesso tempo, affascina e incuriosisce. L'immagine dell'ibrido, del mostro dalla natura molteplice o indefinita, accompagna da sempre la storia dell'uomo, le sue mitologie e le sue forme narrative. Considerato talvolta simbolo del disordine e della violazione dell'ordine del cosmo, talvolta apparizione prodigiosa o segno premonitore, l'ibrido terrorizza e ammutolisce, ma al contempo affascina e incuriosisce. Tale ambivalenza è dovuta alla sua capacità di infrangere la regolarità della riproduzione e la continuità della consuetudine. La sua è una natura mostruosa: abita luoghi liminari, si manifesta occasionalmente, confonde con la sua morfologia costitutivamente ambigua. L'ibrido è una figura del limite: rivela un confine, vive ai margini dell'esperienza. In questo volume, il saggio di Alessandro Gatti analizza la rappresentazione di due ibridi della tradizione mitologica - l'arpia e la sfinge - a partire da fonti artistiche rinascimentali e barocche, allo scopo di indagarne la sovrapponibilità iconografica. Samuele Strati propone una riflessione sulla mostruosità focalizzandosi sul «luogo del mostro» e sulla contaminazione che dà origine all'ibrido, confrontando la prospettiva tradizionale e le recenti teorie postumaniste. Postfazione di Flavio Piero Cuniberto.

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