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Il cinema della crudeltà

Edizioni Medusa

A cura di E. Bruno.
Milano, 2017; br., pp. 165, cm 14x22.
(Le Porpore).

collana: Le Porpore

ISBN: 88-7698-394-5 - EAN13: 9788876983948

Soggetto: Cinema

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.3 kg


«Il criterio della "crudeltà" a partire dal quale nel 1975 Francois Truffaut raduna questa serie di scritti di Bazin - scrive Alessandro Zaccuri nell'Introduzione - è, anzitutto, un criterio letterario. Il riferimento più ricorrente è quello alle opere del Marchese de Sade, recepito da Bazin non nella generica accezione psichiatrica del sadismo, ma attraverso la riscoperta che dei Crimini dell 'amore e della Filosofia nel boudoir viene compiuta dalle avanguardie novecentesche. Se il contesto nel quale si colloca la riflessione di Bazin è segnato da rivisitazioni decisive quali Sade prossimo mio di Pierre Klossowski (1947) e La parte maledetta di Georges Bataille (1949), la curatela di Truffaut cade in un altro frangente cruciale, all'indomani della pubblicazione di Sade, Fourier, Loyola, il saggio del 1971 con il quale Roland Barthes assegna una nuova cittadinanza al Divino Marchese, strappando una volta per tutte la sua opera al territorio dello scandalo e considerandola per quello che già Bazin aveva intuito potesse essere: una regione del linguaggio, il luogo deputato all'attrito fra realtà e rappresentazione. Bazin, che per Truffaut è "l'uomo prima del peccato originale", non cerca il film "buono a tutti i costi", ma invoca una serietà radicale, che si contrapponga alla "stupidità" del cinema corrente, e cioè alla banalizzazione morale e narrativa. Sade, con il suo sguardo allucinato, può rivelarsi un ottimo compagno di strada».

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