Tra scultura e fotografia
Milano, 2024; br., pp. 70, ill. b/n e col., cm 13x19.
ISBN: 88-7490-404-5
- EAN13: 9788874904044
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Scultura
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Tra i secoli XVIII e XIX si diffusero in tutta Europa numerose riproduzioni grafiche dell'antico: gruppi scultorei, vedute, capricci, paesaggi con rovine. La circolazione di queste immagini contribuì a formare una visione chiaroscurale e monocromatica della scultura antica, che successivamente si trasferì dalle riproduzioni grafiche alla documentazione fotografica del patrimonio artistico. Molti subirono il fascino esercitato dal chiaroscuro fotografico che modella le forme, ora dolcemente con una vasta gamma di toni, ora con forti contrasti, come la luce delle fiaccole con le quali artisti, intenditori d'arte e viaggiatori del Gran Tour illuminavano le sculture nel corso delle loro visite notturne ai musei romani. L'opera di Adolfo Wildt è un esempio di come uno sguardo, educato dallo studio delle riproduzioni fotografiche dei fratelli Alinari e di altri fotografi impegnati nella documentazione del patrimonio artistico, sia migrato dalla fotografia alla scultura, un caso di trasferimento da un medium all'altro che ha influito su alcuni sviluppi dell'arte contemporanea. La ricostruzione della nascita di questo modo di vedere fornisce un punto di partenza per esaminare il migrare di immagini, processi e sguardi dalla scultura alla fotografia e viceversa. Nei casi di Medardo Rosso e Constantin Brancusi anche oltre i confini dei due medium.