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Pirelli. P Zerophoto

Motta 24 ore Cultura

Milano, 2003; br., pp. 132, 36 ill. b/n, 19 ill. col., cm 24,5x28,5.

ISBN: 88-7179-382-X - EAN13: 9788871793825

Soggetto: Collezioni,Fotografia

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.122 kg


Quello che state per leggere, (i libri di fotografia si leggono) è un libro di racconti. Racconti di viaggio, innanzitutto. Ma anche racconti di atmosfere, di emozioni, di luoghi e uomini in continuo dialogo tra realtà e finzione. è un libro che parla dello sguardo di tre giovani autori, uniti soltanto dalla necessità di inseguire i segni di un luogo immaginario (eppure reale) e di ritrarre i codici dell'esistenza di un mondo sospeso, quello di un prodotto che deve essere venduto.
Questo libro raccoglie alcuni esercizi di stile. Tutto parte da un marchio a disposizione di tre autori. Per il resto, libertà assoluta.

Spazio aperto per l'invenzione di storie e visioni. Ed ecco tre variazioni sul tema, tre viaggi diversi e lontani dove quel marchio, Pirelli, stavolta proiettato verso la moda, evoca nella nostra mente l'idea stessa del cammino. Un copertone ai nostri piedi non ci aiuta a percorrere tutte le strade del mondo? E come non pensare a quelle vecchiette nel cuore del Friuli che ancor oggi cuciono scarpe di tela nera con la tomaia fatta di copertoni di bicicletta: vere stiliste ante litteram che mettono insieme arte del riciclaggio, economia, praticità e resistenza.
Un marchio, dunque, usato qui soltanto come pretesto per un viaggio mentale, per l'identità di un linguaggio. Ma soprattutto, per definire uno speciale punto di vista, per affermare il proprio occhio, la propria sensibilità e, perché no, il proprio impegno. In poche parole: la propria visione del mondo.

I tre giovani autori sono tutti sui trent'anni: Marco Anelli (classe '68), Alberto Giuliani, ('75), Lorenzo Castore ('73). Soffermarsi sull'età di questi fotografi ha un preciso significato: quello di porre l'attenzione verso una nuova generazione di fotografi che pur guardando a precisi modelli di riferimento hanno trovato una propria autonomia di linguaggio. E in questa attenzione generazionale sta proprio una delle chiavi di lettura del libro. Sono sguardi nuovi, pieni di energia, eppure, non per questo svincolati da profonde radici culturali.
È il caso delle visioni di Marco Anelli: le sue sono immagini metafisiche dove il tempo appare sospeso e dove l'attenzione per la luce e la composizione ci regala l'attenzione per il dettaglio, per quella parte dell'esistente che solitamente sfugge all'occhio. La sua è una fotografia che nasce da una disciplina dello sguardo: Anelli usa la macchina fotografica con la consapevolezza concettuale di usare la tecnica (precisa, raffinata, quasi pignola) al servizio esclusivo della creazione.
Alberto Giuliani usa il linguaggio del reportage classico. La stessa scelta dell'uso del bianco e nero evoca le tradizioni formali del racconto giornalistico. D'altronde, Giuliani fa parte di quella schiera di giovani reporter che fanno del fotoreportage un impegno di vita.
Diversa è infine la visione di Lorenzo Castore: una ricerca personale che si snoda tra il reportage (ma ama chiamarla fotografia di strada) e la fotografia di architettura e teatro. è Cuba il luogo del suo racconto ed è proprio il colore a dare corpo alla trama. Ma nelle sue foto, i colori sono soltanto la scenografia naturale di un percorso simbolico nell'anima della città.


Marco Anelli, nato a Roma nel 1968, entra nel settore della fotografia professionale nel 1985 collaborando con le maggiori agenzie di sport motoristici (Attualfoto, Photo4, Studio Signori). Si specializza nella fotografia in bianco e nero e nella tecnica di sviluppo e stampa.
Ritornato a Roma nel 1995, collabora con l'ufficio fotografico della Fabbrica di San Pietro in Vaticano e realizza i volumi: I Santi Fondatori nella Basilica Vaticana (1996) e L'Ombra e la Luce nella Basilica Vaticana (1998). Nel 1997 riceve dall'Accademia Nazionale di Santa Cecilia l'incarico di eseguire una campagna fotografica artistica delle stagioni concertistiche 1997-'98 e 1998-'99. Nello stesso anno, in occasione del restauro della facciata della Basilica di San Pietro, realizza un reportage dei lavori insieme a Mimmo Jodice e Olivo Barbieri, pubblicato in La Pietra e Il Tempo (1999).
Nel 2002 pubblica il volume Il calcio. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre.

Alberto Giuliani (1975) vive a Milano. Inizia a fotografare molto giovane e all'età di 19 anni inizia a collaborare con l'agenzia fotografica Grazia Neri che tutt'ora lo rappresenta. La sua passione per il reportage come linguaggio per raccontare le emozioni e il suo profondo amore per il viaggiare, costituiscono il binomio fondamentale delle sue immagini. Da alcuni anni lavora ad un progetto fotografico ormai giunto al termine, dal titolo Next to Nothing. è un reportage sulla vita dei luoghi lontani dal mondo quali la Siberia o la terra del fuoco. Non è un reportage di denuncia né di ricerca antropologica, ma un percorso personale profondo e malinconico. Nonostante ciò Giuliani ha sempre prestato molta attenzione alle notizie più importanti dei nostri anni raccontando con le sue fotografie la diaspora del popolo tibetano e le sterilizzazioni forzate in Perù. La recente guerra in Afghanistan e il G8 di Genova, la riviera romagnola e la crisi economica argentina, solo per citare alcuni dei suoi reportages più importanti.

Lorenzo Castore è nato a Firenze il 22 giugno 1973. Fotografa in bianco e nero e a colori, usando differenti formati, il teatro, l'architettura, le cose, le persone, le case, le strade, i muri, quello che capita. Non è un fotogiornalista, non crede nella verità dei fatti; preferisce storie che nascano da idee e impressioni o che ad esse ritornino. Ha lavorato in Italia, Kosovo, India, New York ('Babylon, New York'), Polonia ('Szczesc Boze/Dio ti protegga') e Cuba ('Paradiso'). Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Sue fotografie sono nella collezione permanente di fotografia della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Ha molti dubbi.

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