I silenzi della guerra. Prigionieri di guerra alleati e contadini nel Veneto orientale (1943-1945)
Ediciclo
Portogruaro, 1995; br., pp. 112, ill., cm 24,5x17,5.
(Studi Territoriali. 7).
collana: Studi Territoriali
ISBN: 88-85327-52-4
- EAN13: 9788885327528
Soggetto: Saggi Storici
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.331 kg
In questo volume viene presentata una ricerca sulla presenza di prigionieri di guerra alleati nel Veneto Orientale, nel periodo che va dal settembre del 1943 all'aprile del 1945. Oltre che dai contributi forniti da alcuni dei prigionieri che hanno vissuto la vicenda in questione, la ricerca è arricchita dalle testimonianze di quelle che sono state le vere protagoniste di questa storia: le famiglie di contadini che allora popolavano le nostre campagne. È risaputo quale contributo i contadini abbiano dato alla Resistenza aiutando i partigiani; ciò che è meno noto, o meglio ciò che in tutti questi anni è sempre stato dimenticato, è l'assistenza data dagli stessi ai disertori italiani e ai numerosissimi prigionieri di guerra alleati dalle più svariate nazionalità che, dopo l'8 settembre, si ritrovarono a girovagare per le nostre campagne, alla ricerca di un nascondiglio che li sottraesse alla cattura dei fascisti e dei Tedeschi. Forse uno dei motivi per cui sino ad ora questo capitolo di storia non ha trovato uno spazio, se non marginale, nel grande libro della Resistenza, è da attribuirsi al fatto che, apparentemente, ospitare e sfamare degli uomini in pericolo non implicava alcun pericolo. Ma non vi era forse eroismo nella perseveranza con cui i contadini protessero i prigionieri, pur essendo a conoscenza dei gravi rischi che la loro attività comportava? Non c'era solo eroismo, ma anche tanto coraggio e umiltà nel portare avanti, giorno dopo giorno, una situazione che da un momento all'altro poteva precipitare. E per non farla precipitare bisognava tacere, affinché non trapelasse il segreto di quelle presenze clandestine. In altre parole bisognava stare in silenzio... di qui "I silenzi della guerra".