libreria specializzata in arte e architettura
english

email/login

password

ricordami su questo computer

invia


Hai dimenticato la tua password?
inserisci il tuo email/login qui sotto e riceverai la password all'indirizzo indicato.

invia

chiudi

FB googleplus
ricerca avanzata

Una storia negata. La nascita del capitalismo in Sicilia

Enzo Sellerio editore

A cura di D'Alessandro V.
Palermo, 2023; br., pp. 148, cm 12x17.
(Quaderni. 112).

collana: Quaderni

ISBN: 88-389-4599-3 - EAN13: 9788838945991

Soggetto: Saggi Storici

Luoghi: Sicilia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.15 kg


«È possibile una interpretazione che esce dai binari della vulgata di una Sicilia feudale da Ruggero a Portella della Ginestra, per mostrare invece una Sicilia che, tra metà '400 e primi '500, si dà una struttura economica inequivocabilmente capitalistica». Questo saggio, argomentato e tagliente, si pone a sintesi di molti decenni, ormai, di studi storici; precisamente di quelle ricerche empiriche che hanno contraddetto la vecchia raffigurazione pregiudiziale di una terra immersa fin oltre l'Unità d'Italia «nell'eterno feudalesimo» (del latifondo granario, del baronaggio, della società a due classi con un ceto borghese esiguo e indistinto). Ma è una sintesi che compie anche un passo avanti, radicale e audace: in Sicilia, ancor prima addirittura che nella classica Inghilterra, sorse un modo di produrre merci (in tre dominanti settori dell'economia isolana) fondato sul rapporto tra capitalisti imprenditori e lavoratori salariati, e si affermò quindi una classe borghese imprenditrice capace di emarginare la rendita dal comando e di soggiogare la for-za lavoro dei contadini una volta separati dai mezzi di sussistenza. Nacque qui, insomma, il sistema capitalistico. Questa tesi sorprendente è sostenuta da una mole enorme di lavoro sul campo e negli archivi, che descrive la laboriosità sociale diffusa, mossa da alcuni gangli industriali, che si spense solo con la grande crisi del Seicento. E dietro la tesi c'è anche - come scrive nella Nota lo storico Vincenzo D'Alessandro - l'alacre storiografia siciliana che ha ben messo in evidenza il fermento trecentesco portatore di una nuova concezione del feudo e l'affermarsi di un patriziato urbano (una nobiltà tutt'altro che immobile e periferica, «rinsanguata dall'arrivo di un nutrito gruppo di immigrati dalla Toscana»). La minuziosa pittura della «transizione dal feudalesimo al capitalismo» nella regione centrale del Mediterraneo è resa possibile dall'uso di categorie concettuali (soprattutto il concetto di «rap-porto di produzione») che provengono da una lettura originale di Marx. Una rivisitazione il cui percorso è dall'autore ricostruito in modo da chiarire la fecondità di alcuni strumenti analitici marxiani per la storia, che da tempo si tende o a sclerotizzare o a dimenticare. Il valore anche polemico del libro di Antonino Morreale è evidente già nel titolo: Una storia negata. Polemico contro l'uso politico - ovvero le varie forme di sicilianismo - di una Isola che si vuole nei secoli addormentata; e contro le conseguenze della mitica contrapposizione Sicilia/Modernità: «La mafia non era la "guardiana del feudo", ma l'ala marciante della selvaggia "modernizzazione" capitalistica».

COMPRA ANCHE



OFFERTE E PROMOZIONI
€ 13.30
€ 14.00 -5%

10 giorni


design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci