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La codificazione immaginaria. Vol. 1: Progetti di riforma del processo penale e dell'ordinamento giudiziario (1820-1824)

Editoriale Scientifica

Napoli, 2021; br., pp. 238.
(Ius Regni. 15).

collana: Ius Regni

EAN13: 9791259761187

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


I cinque codici e la legge organica per l'ordine giudiziario promulgati nel 1819 segnarono un punto di non ritorno anche nell'assetto normativo e istituzionale dei domini ultra Pharum del Regno delle Due Sicilie. Nel giro di pochi mesi, quella «terra di fori» - per dirla con Leonardo Sciascia - dovette fare i conti con il proprio passato, sguarnito dello strumentario codicistico di derivazione francese, e con il proprio futuro, ingenuamente immaginato all'ombra di un'identità giuridica "negata". Ad accentuare, poi, la difficile transizione tra antico e nuovo regime contribuì l'ondata rivoluzionaria del 1820, contro cui la monarchia reagì con ogni possibile congegno ordinario e militare di repressione del dissenso: dal de mandato al fuorbando, passando per le «processure subitanee». Perché, allora, nel luglio del 1820 Ferdinando I nominò due commissioni, composte esclusivamente da togati isolani, per il «riordino» dei codici di rito e il «novellamento» del sistema delle magistrature? Cosa spinse il sovrano a mettere in discussione l'adeguatezza - per l'Isola - di un complesso impianto legislativo varato nemmeno un anno prima?

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