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Vittime e oppressori. L'ideologia woke

Edizioni Università della Santa Croce

Roma, 2024; br., pp. 298.

EAN13: 9791254822593

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0 kg


Nell'ultimo decennio abbiamo assistito a uno sviluppo esponenziale dell'ideologia woke o del "risveglio". Nato negli Stati Uniti, questo movimento si è esteso rapidamente a tutto il mondo occidentale. Esso invita tutte le "vittime" della discriminazione e dell'odio (minoranze razziali, donne, gruppi Lgbtqi+, paesi colonizzati e religioni non cristiane) a reagire all'"oppressione" secolare dei bianchi, degli uomini, degli eterosessuali, dei colonizzatori e dei cristiani. La lotta per i diritti umani e civili (basati sulla dignità umana e sull'uguaglianza di tutte le persone davanti alla legge) è stata così sostituita dalla lotta in difesa delle minoranze "discriminate" e di "diritti" come l'aborto, la maternità surrogata, la libera scelta della propria identità sessuale, ecc. Si tratta di una vera e propria guerra culturale contro tutte le istituzioni tradizionali dell'occidente cristiano, etichettate come oppressive e contrarie ai nuovi diritti. Questa ideologia, un tempo considerata marginale, è riuscita a entrare nelle stanze del potere, nella politica, nell'educazione, nei media, nelle grandi multinazionali, nei social e nei principali programmi legislativi di tutti i governi. Ciò porta a chiedersi su cosa si fondi la divisione dialettica del mondo tra vittime e oppressori, come tale concezione sia riuscita a diffondersi nella cultura e nelle istituzioni occidentali, e quali siano le conseguenze di tale diffusione al livello sociale e politico. Analizzando il fenomeno da una prospettiva filosofica, l'autore mostra come l'ideologia woke affondi le sue radici nel marxismo culturale e nelle teorie psicoanalitiche, esistenzialistiche e postmoderne sedimentatesi nel corso di due secoli. Attraverso un attento lavoro di decostruzione storica e concettuale, si metterà in luce la vera essenza di questo fenomeno culturale, basato su una visione astorica e tribale dell'essere umano, privato di un fine e mosso unicamente da un desiderio infinito di felicità individuale, da realizzarsi attraverso l'appartenenza a un gruppo o a una serie di gruppi.

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