Il boss e il partigiano
CSA Editrice
Castellana Grotte, 2023; br., pp. 174, cm 14x21.
ISBN: 88-9354-230-7
- EAN13: 9788893542302
Testo in:
Peso: 0.25 kg
È la storia di Vito Chisari e della sua Jole. Una ragazza che conosce per caso e della quale rimane folgorato. Una passione che lo travolge e lo spinge a rimanere nella città dove ha svolto il servizio militare. Il giovane meridionale, dai modi semplici e inizialmente rudi, conquista la giovane partigiana. Siamo agli inizi degli anni '60 e Vito comprende subito che quella è una città in crescita, dove potrà realizzare il suo sogno. Inizia così la sua ascesa impiegandosi come manovale in un'impresa edilizia. Dalla narrazione della storia di Vito e Jole emergono le peculiarità di due comunità che hanno rappresentato le due città di Cutro e Reggio Emilia. Il romanzo diventa un'analisi profonda della storia dell'emigrazione cutrese a Reggio Emilia. A distanza di circa 20 anni, dallo stesso territorio calabrese, per motivi diversi, arriva Tano Corona, un malavitoso mandato a Reggio Emilia in soggiorno obbligato. I due, dopo un primo casuale e cordiale incontro tra persone dello stesso paese, diventa poi scontro per affermare uno stile di vita, quasi un credo ideologico per conquistare il resto dei concittadini. Sullo sfondo la Reggio Emilia degli anni '60, quella dell'accoglienza e della tentata integrazione/interazione, che evolve in modo negativo con il trascorrere degli anni e con il susseguirsi di fatti di criminalità. Reggio non ci sta e dagli anni '90 in poi prende posizioni rigide. L'intera comunità cutrese viene messa sul banco degli imputati come se l'essere proveniente da un determinato territorio presupponesse essere mafiosi. Vere e proprie forme di razzismo si manifestano per la paura delle infiltrazioni della ndrangheta. Il romanzo, sia pur frutto della fantasia dell'autore, rispecchia fenomeni realmente accaduti e ancora di grande attualità, e vuole evidenziare errori e lacune nel tentativo, mal riuscito, di integrare due comunità che a distanza di circa 60 anni vivono condizioni di sudditanza e disparità insostenibili.