Benedetti assassini. Eccidi partigiani nel bellunese (1944-1945)
Ritter
Milano, 2015; br., pp. 438, cm 17x24.
ISBN: 88-89107-58-8
- EAN13: 9788889107584
Soggetto: Saggi Storici
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 1 kg
Nel 1945 il Veneto subì l'invasione di popoli ed eserciti di mezzo mondo. Regione tradizionalmente pacifica, avrebbe di certo subito danni minori nello scontro tra fazioni se i vertici del Partito Comunista Italiano non avessero provveduto a inviare nel Bellunese, dall'Emilia e da altre parti d'Italia, un nutrito gruppo di esperti in tecniche di guerriglia che contribuirono a far lievitare gli agguati e le uccisioni. La furia omicida di questi "vendicatori", fin qui storicamente occultata, si espresse in una lunga serie di faide intestine, delazioni, rapine, stupri, estorsioni, massacri di prigionieri, infoibamenti ed esplose a guerra finita, quando i vinti avevano deposto le armi e si erano arresi, e risultò quindi più facile colpirli. Non poteva essere altrimenti, dal momento che la vantata costituzione di "divisioni", "brigate" e "battaglioni" partigiani in termini di organici si riduceva alla presenza di reparti numericamente e militarmente molto contenuti che operavano con sabotaggi, imboscate e azioni "mordi e fuggi", provocando comunque sanguinose rappresaglie pagate quasi sempre dalla popolazione civile. Nonostante questo poco lusinghiero album di famiglia, il "mito della resistenza" - basato anche su occultamenti storici, crimini e leggende - ha percorso tutta la seconda metà del XX secolo iniziando a esaurirsi solo dopo il crollo del comunismo nell'Europa orientale.