Lost in nature
Gangemi Editore
Testo Italiano e Inglese.
Roma, 2008; br., pp. 64, ill. col., cm 22x24.
(Arti Visive, Archeologia, Urbanistica).
collana: Arti Visive, Archeologia, Urbanistica
ISBN: 88-492-1476-6
- EAN13: 9788849214765
Soggetto: Architettura e Arte Civile,Fotografia,Parchi, Giardini e Ambiente,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 0.332 kg
UNMODERNISMO POETICO "Non si dovrebbe andare da casa al lavoro senza attraversare una foresta" A. Aalto È molto difficile che un architetto riesca a produrre un'immagine rappresentativa del proprio lavoro molto presto; ancora più difficile è che riesca nel corso degli anni amantenere la rotta della propria ricerca senza cadere in rigide risposte ideologiche, perdendo così la vitalità e lo stimolo di una continua sperimentazione. Nel lavoro dello studio norvegese JVA, fondato a Oslo nel 1996, è possibile riconoscere una coerenza di contenuti che affonda le sue radici molto lontano, e che si mostra sempre capace di rinnovarsi e di accettare le sfide che ogni singola occasione progettuale può offrire senzamai trasformarsi in uno "stile". Anche per questo, ma non solo, il lavoro condotto da Einar Jarmund, Håkon Vigsnæs e Alessandra Kosberg è, all'interno del panorama architettonico contemporaneo, di particolare interesse. Un primo aspetto interessante è il legame evidente con l'eredità di una linea ancora breve ma molto solida di modernismo nordico che si ritrova nell'opera di Arne Kosmo, Knut Knutsen e che ha i suoi riferimenti più evidenti nel lavoro di Sverre Fehn. Nei loro progetti si ritrova in vario modo quella stessa dimensione intellettuale ed emotiva che ha come centro di ogni riflessione l'uomo e la sua fragile condizione, quel bisogno cioè di rispondere primariamente ad un'istanza sociale attraverso quella che Christian Norberg- Schulz definisce "un'architettura sana e fondamentalmente semplice, il cui scopo è quello di porsi al servizio dell'uomo comune". Il risultato è in sostanza un atteggiamento che da un lato tende a mettere l'accento sull'immagine complessiva dell'edificio, fatta di rapporti proporzionali, geometrie, relazioni, dall'altro non trascuramai le soluzioni di dettaglio, materiali e immateriali, necessarie a realizzare una conciliazione profonda tra uomo e architettura. Un secondo aspetto che va certamente affrontato riguarda il modo in cui questa sensibilità trova una sponda narrativa importante nel rapporto con la natura. In tutti i progetti presentati (ma in particolare nella Villa by the Ocean, nel Governor of Svalbard, nello Svalbard Science Center) la natura incide nella determinazione di soluzioni planimetriche e formali, attraverso un approccio mai ripetitivo e mai ideologico e che sa sempre scegliere tra armonia e contrapposizione, suggerendo di volta in volta se gli edifici si debbano nascondere o esprimere con forza. Un'ulteriore aspetto che caratterizza i contenuti del lavoro sempre "sperimentale"di questo gruppo è la grande attenzione posta sull'aspetto costruttivo, imprescindibilemomento di verifica. La semplicità di alcune soluzioni (come per la Fisherman'sHut) rivela tuttavia la presenza di uno spiccato senso del lirico, capace di far riaffiorare immagini e contenuti di una tradizione che si rinnova nella forma e nel linguaggio. Le soluzioni adottate si dimostrano sempre espressione dei programmi funzionali perseguiti e il simbolo delle finalità evocative che l'edificio ambisce a narrare:metafore di navi, alberi, rocce o anche solo visioni effimere che il luogo suggerisce. E in questo senso l'eredità di Fehn si rivela in tutta la sua forza: basta pensare alla poetica strutturalità del progetto per il Padiglione dei PaesiNordici realizzato aVenezia nel 1958 o al progetto di concorso per ilCrematorio di Larvik del 1950. "L'albero è una pianta strana. Contiene per sua natura una struttura magnifica e forte;
ciascuna specie ha acquistato una sua forma specifica. Esiste un intero mondo di differenze espressive tra una quercia e un abete. In comune hanno però il drammatico incontro fra la terra e il cielo. Il punto di intersezione, l'orizzonte, è il punto in cui l'albero raccoglie tutta la sua forza e raggiunge la sua grandezza costruttiva" (Sverre Fhen,The dream of great construction, 1992).