Scritture della cura. Riflessioni intorno al «caso clinico»
Bollati Boringhieri
Torino, 2024; br., pp. 272, cm 16x23,5.
(Programma di psicologia psichiatria psicoterapia).
collana: Programma di psicologia psichiatria psicoterapia
ISBN: 88-339-4396-8
- EAN13: 9788833943961
Testo in:
Peso: 0.424 kg
Quasi tutte le Scuole di formazione in psicoterapia prevedono la stesura di un «caso clinico» come passaggio obbligato dell'iter formativo che, nel tempo, ha acquisito le caratteristiche di un genere letterario a sé stante. Augusto Romano e Elena Gigante, psicoanalisti e studiosi, pongono al centro di questo libro alcune domande essenziali: che cosa significa e a che cosa serve scrivere della cura? E anzitutto: è davvero possibile o si tratta di un'aspirazione grandiosa e insieme illusoria? Nel complesso tentativo di rispecchiare la relazione paziente-terapeuta, che della cura rappresenta il cuore pulsante, i due autori riconoscono che la messa in parole dell'esperienza analitica, e la sua eventuale interpretazione, costituiscono imprese paradossali, al limite del possibile. Si tratta - direbbe Paul Ricoeur - di voler «tradurre l'intraducibile». Scritture della cura ripercorre i cambiamenti di prospettiva e di metodo che hanno modificato le terapie e hanno influenzato il modo di scrivere la clinica. I primi tre saggi, di natura teorica, sono integrati dalla ricostruzione ipotetica di «casi clinici» che ritraggono «pazienti speciali»: Samuel Beckett (in analisi da Wilfred Bion, con l'involontaria supervisione di Carl G. Jung, filtrata attraverso lo sguardo di Didier Anzieu), Roberto Bazlen e Giorgio Manganelli (entrambi analizzati da Ernst Bernhard). Pensato per gli addetti ai lavori, e in particolare per gli allievi e gli insegnanti delle Scuole di formazione, il libro è rivolto anche a tutti coloro che desiderano esplorare il ruolo della cura come catalizzatrice di processi creativi che, in certi casi, possono diventare arte.