Storia dell'uomo che smise di amare i gatti
Nord
Traduzione di Turla C.
Milano, 2024; ril., pp. 128, cm 14x20,5.
(Narrativa Nord. 904).
collana: Narrativa Nord.
ISBN: 88-429-3562-X
- EAN13: 9788842935629
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.24 kg
Su un'isola spazzata dal vento e dalle onde, vive una piccola comunità che ha scelto di ritirarsi dalla frenesia delle città e abbracciare i ritmi del mare. Suoi compagni d'elezione sono i gatti che, di tutti e di nessuno, scorrazzano per i tetti o si acciambellano al calduccio nelle case. I pescatori di aragoste e le merlettaie, il prete filosofo e la comare impicciona, i bambini che rincorrono pecore paffute, il poeta che suona il violino e il vecchio guardiano del faro: in quell'oasi remota, dove hanno scelto di vivere, tutti sono liberi e nessuno si sente abbandonato. Un giorno, però, gli abitanti si svegliano e i gatti non ci sono più. Disperati, chiedono allora aiuto alle autorità del continente, che mandano sull'isola nuovi gatti, molto più mansueti e controllabili. Uno per abitante e dotato di guinzaglio, in modo che non si perda. Solo che non sono affatto gatti. Sono cani. Da portare a spasso tre volte al giorno alla stessa ora, per le medesime vie. Come a creare un'abitudine che distolga dal pensare. Un ordine che favorisca l'obbedienza. Perché basta chiamare «gatto» un cane affinché tutti dimentichino il passato e si adeguino alla nuova realtà, senza farsi troppe domande. Tutti tranne il vecchio guardiano del faro, che lotta per riportare sull'isola i veri gatti, e con loro la capacità di ribellarsi e sognare. Una storia delicata e profonda, che ci ricorda il potere che hanno le parole nel forgiare la nostra realtà. Una favola moderna che, con acume e ironia, invita a riflettere sui rischi del conformismo. Un inno alla tolleranza e alla libertà, soprattutto di pensiero.