Letterati e massa. «L'Idea Liberale» (1891-1906)
Edizioni Carocci
Roma, 2000; br., pp. 244, cm 15x22.
(Ricerche. 77).
collana: Ricerche
ISBN: 88-430-1549-4
- EAN13: 9788843015498
Soggetto: Periodici
Testo in:
Peso: 0.344 kg
Il contesto storico-culturale in cui "L'Idea liberale" si colloca è la cosiddetta "crisi del positivismo" a cui corrisponde un mutamento della funzione dell'intellettuale. A partire dal primo numero del 1891, Bagnoli segue attraverso le varie annate lo svilupparsi, dai temi dell'antropologia criminale e dell'evoluzionismo, di quella psicologia delle folle da cui nasce una "teoria delle superiorità"; dunque la rivista, pur restando nell'ambito di un pensiero liberale, prelude in qualche modo al formarsi di logiche egoarchiche e imperialistiche, come conferma la presenza sulle sue pagine degli scritti di Morasso, Papini e Corradini. All'interno di tutto ciò prende forma il nuovo ruolo del letterato, che da imparziale osservatore delle masse diviene tecnico delegato al loro controllo, persuasore non occulto e mobilitatore attraverso il ricorso a una retorica pervasiva e totalizzante, in grado di elaborare il passaggio dall'ideologia al mito. Così come l'inadeguatezza della vecchia dottrina liberale e la paura delle masse stanno alle origini di precisi fenomeni novecenteschi, "L'Idea liberale" si trova - anche contro le aspettative dei suoi promotori - alle origini di quelle tendenze che caratterizzeranno poi "Il Regno", "Hermes", "Leonardo" e oltre.