Il cielo di Babilonia. L'astrologia e l'antica Mesopotamia
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Traduzione di Magagnino A.
Milano, 2007; br., pp. 287, cm 13,5x20,5.
(Saggi. 314).
(Saggi. 314).
collana: Saggi
ISBN: 88-515-2358-4
- EAN13: 9788851523589
Luoghi: Extra Europa
Testo in:
Peso: 0.388 kg
Nell'antica Mesopotamia l'osservazione del cielo era un affare di stato. Il più antico testo di divinazione astrale venne scritto diciassette secoli prima di Cristo proprio a Babilonia, con il preciso scopo politico di prefigurare le ripercussioni dei movimenti celasti sul destino del popolo, di preparare talismani e rituali che scongiurassero i pericoli annunciati dalle stelle. Maghi e divinatori scrutarono il corso del sole e il movimento dei pianeti, annotando su tavolette di terracotta fenomeni regolari o inusitati. Quei dati sperimentali costituirono il corpus originale del sapere astrologico: i babilonesi individuarono quasi tutti i pianeti, associandoli a divinità benigne oppure ostili, disegnarono e costellazioni e tracciarono la mappa zodiacale come la conosciamo oggi. Questa fusione di religione, astronomia e magia si diffuse nel mondo greco-romano attraverso gli insegnamenti dell'occultismo, e rimase vitale per tutto il Medioevo fino in età moderna. Intrecciando studio cosmologico, archeologia e pensiero ermetico, Michael Baigent ripercorre l'affascinante mistero delle origini dell'astrologia, l'antica scienza dei saggi babilonesi che, "sedotti dalla notte, osservavano rapiti il cielo buio e infinito oltre le torri dei templi della Mesopotamia".