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L'ambigua religiosità dei primi cristiani. Una rilettura critica della teologia delle religioni alla luce delle fonti cristiane dei primi secoli

Vita e Pensiero

Milano, 2021; br., pp. 632, cm 16,5x22,5.
(La Teologia e i Saperi).

collana: La Teologia e i Saperi

ISBN: 88-343-4577-0 - EAN13: 9788834345771

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


Le religioni, così come le intendiamo oggi, non sono sempre esistite. Come spiega Pierluigi Banna in L'ambigua religiosità dei primi cristiani, il concetto di religione proprio della cultura occidentale è frutto di un'operazione dei primi cristiani (I-III secolo), che intendevano presentare la propria fede sia in opposizione sia a compimento di tutte le espressioni di religiosità non giudaica che li avevano preceduti. I culti superstiziosi dell'antichità venivano perciò accusati di idolatria, evemerismo e demonolatria in opposizione alla vera religiosità. Eppure, gli stessi cristiani pretendevano di aver ricevuto per rivelazione divina il pieno compimento dei frammenti di verità rinvenibili in pratiche religiose, filosofiche e sociali del mondo classico. In questa oscillazione continua tra critica spietata e valorizzazione dei frammenti consiste l'ambiguità stessa della religiosità cristiana. Tale ambiguità, che se unilateralmente affermata è foriera di violenza sociale, espone la pretesa di essere mantenuta in equilibrio dalla stessa assistenza divina che impedisce alla religiosità cristiana di rinchiudersi nelle maglie della superstizione.

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