Il ciclo dei mesi. Da Aosta a Otranto, alla scoperta di un tesoro dell'arte medievale italiana
AAM Terra Nuova
Illustrazioni di Opaxir.
Fotografie di Opaxir.
Prefazione di Salvatore Settis.
Firenze, 2020; br., pp. 224, ill. col., cm 22x18.
(Nuovi Paradigmi).
collana: Nuovi Paradigmi
ISBN: 88-6681-587-X
- EAN13: 9788866815877
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Saggi Storici,Scultura
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo
Luoghi: Italia
Extra: Arte Bizantina
Testo in:
Peso: 0.71 kg
Questo libro non sarebbe stato mai scritto se un giorno l'autrice, Jenny Bawtree, non avesse intravisto una coppia di anziani ferma a guardare in alto davanti al portale di una chiesa toscana. Avvicinatasi incuriosita, Jenny è rimasta letteralmente incantata da uno splendido ciclo dei mesi: dodici statue che rappresentano le attività, agricole ma non solo, caratteristiche dei dodici mesi dell'anno. Da quel giorno, l'autrice ha dedicato cinque anni di studio a questa materia, esplorando l'Italia e scoprendo ben 39 cicli dei mesi, nella forma di statue, bassorilievi, affreschi e mosaici, presenti in grandi chiese romaniche, monasteri, ma anche in umili chiese parrocchiali e dimore signorili. Un tema ripetitivo forse? Al contrario. Anche se i cicli seguono una tradizione medievale che risale all'antichità, ciascun artista interpreta il soggetto secondo la sua abilità, la sua cultura, la sua fantasia. E mentre i cicli del XII e XIII secolo mettono in risalto la sacralità del lavoro agricolo, in quelli successivi il contenuto vira verso aspetti politico-sociali. Oggi possiamo leggere in queste opere un messaggio universale sui cicli della natura e una concezione di ecologia ante litteram. Un libro divulgativo, in cui l'autrice ha voluto trasmettere la sua passione per questo tema a un pubblico ampio, non necessariamente esperto, offrendoci descrizioni minuziose dei cicli, ritratti dal fotografo Opaxir. Un libro d'arte, ma anche un libro di viaggio, che ci invita a visitare luoghi al di fuori dei soliti itinerari turistici. Prefazione di Salvatore Settis.