Quel che resta. Scheletri e altri resti umani come beni culturali
Il Mulino
A cura di Belcastro M. G. e Manzi G.
Bologna, 2022; br., pp. 192, cm 12x24.
(Percorsi).
collana: Percorsi
ISBN: 88-15-29957-2
- EAN13: 9788815299574
Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Che provengano dalla preistoria o da epoche storiche, i resti umani racchiudono uno straordinario potenziale informativo per la nostra evoluzione bioculturale e per la ricostruzione delle storie di vita del passato. Costituiscono la base della ricerca scientifica in antropologia, ma sono anche di grande interesse per la museologia, per la didattica scolastica e universitaria, per la diffusione delle conoscenze scientifiche sulla natura umana. Rappresentano un vero e proprio archivio biologico delle popolazioni del passato, affiancandosi ai documenti a carattere storico e archeologico; assumono così, a pieno titolo, la valenza di «bene culturale». Nondimeno, quando si tratta di resti umani è necessario confrontarsi su diversi temi: che tipo di patrimonio culturale rappresentano? quali figure professionali e quali strutture sono adeguati a studiarli e a tutelarli? quali sono i limiti dell'indagine scientifica e della conservazione? come orientarsi nella formazione e nella disseminazione? L'assenza di chiarezza su questi temi può comportare - e, di fatto, ha comportato e comporta - una serie di problemi, con soluzioni solo di carattere generale, spesso non condivise, che si intrecciano con problemi di ordine religioso, etico e sociale, nonché politico.