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Mario Comensoli. Ritorno in Italia

Edizioni Gabriele Mazzotta

Milano, La Posteria, 1 novembre 2002 - 6 gennaio 2003.
Milano, 2003; br., pp. 154, 89 ill. b/n, 72 ill. col., cm 23x27.
(Biblioteca d'Arte).

collana: Biblioteca d'Arte

ISBN: 88-202-1581-0 - EAN13: 9788820215811

Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.9 kg


Mario Pasquale Comensoli nasce a Lugano-Viganello il 15 aprile 1922. Nei primi anni '40 frequenta lo studio di Giuseppe Foglia, pittore e scultore luganese, e alla fine della seconda guerra mondiale si trasferisce a Zurigo, centro culturalmente molto vivace, per perfezionare la tecnica pittorica. Nel 1948 Comensoli si trasferisce a Parigi, dove rimane, salvo alcuni soggiorni a Zurigo, fino al 1951: qui conosce Mirò, i fratelli Giacometti, Poliakoff, ma soprattutto ha modo di studiare l'arte di Picasso e Léger, ai quali inizia ad ispirarsi liberamente. Negli anni '60 e '70 la massiccia immigrazione di operai italiani in Svizzera modifica vistosamente il tessuto sociale della nazione: Comensoli inaugura una "nuova estetica", che vede come protagonisti delle sue tele operai ed immigrati, i cosiddetti "lavoratori in blu". Il suo realismo pittorico viene altresì influenzato dalla contestazione del '68 e dalla rivolta dei giovani "no future" di Zurigo. Nel 1985 il museo di Aarau allestisce la prima grande retrospettiva dell'opera di Comensoli, nella quale viene dato grande risalto all'opera degli ultimi anni, nella quale i soggetti assumono progressivamente una dimensione indefinita e drammatica. L'artista si spegne a Zurigo il 17 maggio 1993.

La Fondazione Mario ed Hélène Comensoli celebra, attraverso questa mostra milanese, il ritorno in Italia di un grande maestro realista svizzero di origini italiane. L'esposizione comprende alcune opere appartenenti ad uno dei momenti più significativi della produzione di Comensoli, il ciclo degli Uomini in Blu, emigranti ed operai immortalati con tratti realistici in modo semplice ed austero. Lo sguardo dell'artista si posa anche su altri mondi marginali, attraverso l'esplorazione della condizione esistenziale giovanile, degli irrequieti, dei drogati, degli alternativi, dei punk. In queste opere "la fisicità fragile e arrogante delle figure si perde in un'opaca dissolvenza dalla quale emergono angeli maledetti, bianchi e larvali, che hanno la cupa eleganza della profezia".

Testo in italiano

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