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Franco Bellato. Firenze della memoria

Polistampa

Presentazione di Antonio Paolucci.
Firenze, 2008; cartonato, pp. 156, ill. b/n, cm 22x22.

ISBN: 88-596-0477-X - EAN13: 9788859604778

Soggetto: Architettura e Arte Civile,Collezioni,Fotografia,Saggi (Arte o Architettura),Saggi Storici

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Firenze,Toscana

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.86 kg


È un libro fotografico, rigorosamente in bianco e nero, minimalista nei mezzi espressivi quanto intenso e profondo nei sentimenti e nei pensieri che lo attraversano. Sfilano, nel libro, le immagini note della città: chiese e palazzi, ponti, strade, piazze, lungarni. Si tratta di edifici e di scenari fermi nel tempo sospeso, deserti di mezzi e di persone. Non ci sono effetti speciali né inediti scorci. Queste non sono "foto d'arte" nel significato usuale del termine. Non hanno bisogno di didascalie esplicative né di particolari commenti. Bastano, a far capire lo spirito che anima l'opera, alcune sommesse oblique presenze di poeti moderni: Betocchi, Luzi, Cardarelli, Penna. Perché queste, prima di essere fotografie di edifici, di piazze e di strade, sono fotografie dell'animo, nel senso che intendono restituire i sentimenti, le emozioni, i ricordi di una persona che questa città ha abitato e amato.
La storia sentimentale, intellettuale, professionale di un uomo non più giovane ritorna alla città conosciuta e abitata in tempi diversi della vita. È una specie di "anabasi" dello spirito. Da quel ritorno, rielaborato sul filo della memoria ed affidato allo strumento espressivo della fotografia, è nato il libro. Leggetevi la breve introduzione, a firma dell'autore, e la biografia che chiude il volume e capirete tutto.
"Firenze ha rappresentato uno dei due luoghi che hanno strutturato la mia personalità e conseguentemente la mia vita" scrive Franco Bellato che la città ha vissuto da studente, da intellettuale e, come medico psichiatra, da professionista. "Per la collaborazione con il Servizio infantile, andavo allo Spedale degli Innocenti e miravo il mirabile portico brunelleschiano e l'altro di Sangallo il Vecchio per la Confraternita dei Servi di Maria che assieme a quello della Chiesa della SS. Annunziata delimitano la più elegante piazza rinascimentale di Firenze...". Molte volte abbiamo portato in "Santo Spirito i bambini, felici di giocare sul sagrato antistante la spoglia facciata, mentre noi ammiravamo l'interno di perfetta armonia...".

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