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Parole del secolo andato. Bigiaretti, Quasimodo e altro Novecento

Giardini

Ghezzano, 2004; br., pp. 148, ill., cm 17x24.
(Biblioteca Rivista di letteratura ital. 7).
(Biblioteca della Rivista di Letteratura Italiana. Collana diretta da Giorgio Baroni. 7).

collana: Biblioteca Rivista di letteratura ital

ISBN: 88-427-0955-7 - EAN13: 9788842709558

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.48 kg


I saggi di questo libro si raccolgono attorno ad una tesi fondamentale: la poesia è l'essere stesso dell'uomo che aspira alla felicità e che tenta di vivere nel mondo ‘poeticamente', investendo cioè il reale con uno sguardo d'amore e partecipazione, nonostante le delusioni e le insicurezze. La sezione di apertura segue un percorso di critica tematica con contributi sulla poesia lunare di Salvatore Quasimodo, Ada Negri, Lina Galli, Pietro Zovatto ed altri.
Testimonia l'assunto della tesi analizzando la fortuna poetica della luna: i poeti proposti, attraverso personali e originali esiti di scrittura, fanno della loro poesia un'appassionata forza contro la desacralizzazione del mondo.
Entro la stessa linea di pensiero si articola la seconda sezione del volume, dedicata a Salvatore Quasimodo. Del poeta siciliano si evidenziano la fede nella parola e la ricerca esistenziale ed espressiva;
la prima è vissuta con fatica e con dolore, ma pure come principio di vita, la seconda segue un cammino in linea retta ascendente, qualificabile come aspirazione alla trascendenza e all'assoluto. La terza sezione è dedicata a poesie e brani da testi rari di Libero Bigiaretti: tra questi anche tre prose giovanili pubblicate sulla rivista «Augustea » fra gli anni trenta e quaranta.
L'analisi della prosa bigiarettiana ne individua i tratti caratteristici: «la classicità, la piena aderenza della lingua ai temi prescelti o ai pensieri e sentimenti da esprimere, l'estrema chiarezza ... la simpatia per la vita di provincia e, soprattutto, per la sua Matelica». Infine, nella sezione conclusiva, la parola poetica si diverte con gli antroponimi, i soprannomi, i toponimi, i marchionimi. A volte basta un nome proprio per avviare la fantasia dell'artista che costruisce parabole o smaschera le contraddizioni dell'esistenza e le ipocrisie del vivere. Anche nell'onomastica letteraria la parola svela le sue molteplici potenzialità evocative e la sua polisemia senza perdere in ariosità fantastica.

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