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La fotografia giudiziaria

Scalpendi

Segrate, 2023; br., pp. 116, cm 12x24.

EAN13: 9791259550620

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


L'opera La fotografia giudiziaria del criminologo francese Alphonse Bertillon viene qui proposta per la prima volta in lingua italiana. Bertillon sviluppò nel 1882 un sistema di identificazione basato su rilievi antropometrici, descrizione fisica e documentazione fotografica; un metodo - definito per l'appunto bertillonage - che differisce dalle idee di eugenetica che negli stessi anni venivano teorizzate da Francis Galton e dal più noto Cesare Lombroso. Nel volumetto, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1890 nella collana Bibliothèque photographique dell'editore parigino Gauthier-Villars et fils, è lo stesso Bertillon a rivolgersi al lettore raccontando il suo metodo di indagine, sottolineando il ruolo chiave della fotografia e, nello specifico, del ritratto (frontale e di profilo) che perde ogni finalità estetica a favore di un'intenzione scientifica e, nello specifico, poliziesca: l'obiettivo è realizzare infatti un'immagine che si presenti come la più verosimile possibile, e che non perda tale carattere a distanza di anni. La fotografia giudiziaria non si presenta dunque come un utile strumento solo per quanto concerne la documentazione dell'identità degli individui, bensì anche per le cause criminali e civili che richiedono immagini quanto più realistiche e oggettive di luoghi, oggetti e persone. La parte testuale del libro è arricchita da tavole che illustrano con esempi molteplici il metodo ideato da Bertillon.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci