Gli ultimi ghigliottinati
Edizioni del Girasole
Ravenna, 2010; br., pp. 104, cm 24x17.
(Girasole Documenti).
collana: Girasole Documenti
Testo in:
Peso: 0.34 kg
Nell'estate del 2001, e precisamente l'11 agosto, a Ravenna, un nubifragio allagò buona parte della città compresi gli scantinati dell'Ospedale Civile all'interno dei quali si videro "galleggiare" quattro teste. La città rimase sorpresa. Di chi erano quelle teste? Che ci facevano in quel luogo? Chi le aveva decapitate? Si imparò così una storia che veniva da lontano. Infatti è dalla metà dell'ottocento che l'ospedale è in possesso delle quattro teste, da quando cioè nel 1864 Pietro Puntiroli detto Chilazzo e Antonio Fusconi detto Cippon furono ghigliottinati a seguito di una sentenza capitale. Le altre due teste appartenevano a Luigi Casadio detto Gaggin (o Gagì) e Francesco Bertini detto Tigna (o Tegna). L'ospedale Santa Maria delle Croci ha continuato a lungo, impropriamente ma meritoriamente, a custodire le quattro teste mummificate nel Reparto di Anatomopatologia, dove il tecnico Costante Galli si è occupato personalmente del restyling, doveroso dopo il bagno fuori programma. Per trovare una sistemazione più consona la Direzione Generale AUSL ha inutilmente chiesto "adozione e ospitalità" per questi reperti alle istituzioni pubbliche della città, fino a quando, nella primavera 2009, al Prof. Ivan Simonini non viene l'idea di portare il Prof. Giorgio Gruppioni a dare un'occhiata ai reperti stessi, che la Direzione AUSL decide poco dopo di affidare al Dipartimento Beni Culturali dell'Università di Bologna, nella cui sede di Ravenna il Prof. Gruppioni dirige il Laboratorio di Antropologia che ospita collezioni osteologiche d'interesse archeologico e forense oggetto di studi di biologia e anatomia scheletrica e di genetica molecolare. Realizzatasi (o in corso di realizzazione) dunque una più che dignitosa soluzione museale per le quattro mummie, qui si racconta la loro vera storia.