Studi su Max Weber (1980-2002)
Quodlibet
A cura di A. Bianco.
Macerata, 2016; br., pp. 240, cm 14x21,5.
(Quodlibet Studio. Scienze Umane e Sociali).
collana: Quodlibet Studio. Scienze Umane e Sociali
ISBN: 88-7462-786-6
- EAN13: 9788874627868
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
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Peso: 0.3 kg
Le questioni affrontate nei saggi raccolti in questo volume definiscono il vasto raggio degli interessi teorici di Max Weber e la fitta rete di influenze e rapporti della sua opera con quella di eminenti filosofi quali Rickert, Scheler, Lukács, Heidegger, Gadamer e Ricoeur. Il fulcro comune alle tematiche trattate può considerarsi il processo di razionalizzazione quale caratteristica identitaria, secondo Weber, della cultura occidentale e forza motrice della modernità. Esso trova il suo radicamento nell'antichità, ovvero nel passaggio dalla religiosità magica alla religiosità etica con cui si è avviato il processo di disincanto del mondo. Al tramonto di qualsiasi forma di assolutizzazione e alla parallela relativizzazione della razionalità si riallaccia uno dei primi temi weberiani discussi nel volume: il politeismo dei valori. Accanto ad esso emergono la teoria dei tipi ideali e la riforma dell'ermeneutica. La costruzione idealtipica, centro nevralgico della metodologia di Weber, è la via da lui tentata di contemperare in un'ardua sintesi intuizione e logica, interpretazione e spiegazione causale. L'attribuzione di una base ermeneutica al metodo della ricerca sociale significa inoltre sottrarre il processo di comprensione e il "Verstehen" al loro ancoraggio, di ispirazione diltheyana, "nell'immedesimazione simpatetica dell'esperienza vissuta" rendendoli strumento di procedimenti conoscitivi non più basati su soggettivismo e individualismo.