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Solto. Appunti e immagini per la storia. Comune di Solto Collina

Corponove Editrice

Bergamo, 2019; ril., pp. 360, ill., cm 24,5x30,5.

ISBN: 88-99219-84-2 - EAN13: 9788899219840

Soggetto: Saggi Storici

Luoghi: Lombardia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 2.46 kg


"Appunti?". Basta leggere le prime pagine del libro e subito si è presi dalla coinvolgente Storia di Solto Collina, narrata da Bortolo Pasinelli, noto studioso di storia locale, e da Ester Pozzi, ricercatrice e memoria storica del paese. Sì, Storia con la esse maiuscola, non solo Appunti. E non una storia arida per i pur preziosi e innumerevoli documenti notarili e di vari d'archivi, compreso quello di farmacia, ma una storia palpitante di vita, nello scorrere dei secoli, una storia scritta anche nelle antiche pietre di torri e palazzi di sontuosa architettura. Un paese quasi signorilmente appartato, sebbene collocato in una posizione strategica che dalla collina guarda il lago d'Iseo, che è vicina all'Oglio e alla Val Cavallina, territori di cerniera fra le città lombarde e il mondo alpino. Splendide le grandi immagini paesaggistiche. Sorprendenti i manoscritti dei notai di Solto. Narrano la storia della grande e importante comunità alla quale, fino al 1742, facevano capo otto diversi Comuni (oltre a quelli della collina, Fonteno e le varie comunità di Endine Gaiano). «La forma urbana - scrive nella prefazione Raffaella Poggiani Keller - risulta tipica e continuativa nel tempo con la strutturazione del paese per contrade... aggregate attorno agli edifici delle famiglie storiche: una singolarità urbanistica e insieme politico-sociale poiché, almeno dal Cinquecento, ogni contrada godeva di autonomia patrimoniale espressa tramite i capifamiglia... La ricerca si snoda attraverso i secoli dall'anno Mille... Leggendo, scorre la vita della collina di Solto e si apprezza l'abitudine, secolare, di assumere decisioni concordate, che partivano dai capifamiglia delle contrade, erano discusse e recepite dai sindaci delle frazioni e dei paesi e poste all'attenzione dei delegati a rappresentare la comunità presso i Rettori di Venezia o le autorità della città di Bergamo. Le decisioni erano a volte urgenti e dolorose, come per la peste del 1529 e del 1630 o degli anni 1816-1818, "anni calamitosi, tristi, di fame e di miseria,... per l'incostanza delle stagioni, per l'intemperie dell'aria", come scriveva nel 1874 Luigi Minelli, Parroco di Esmate...Veniamo a conoscenza anche di tragedie sul lavoro: alcune donne e un uomo di Solto morirono nel 1898 sepolti vivi sotto le macerie di una filanda a Ranzanico, abbattuta dalla caduta del fumaiolo... in seguito ad uno straordinario ciclone... E ancora, nella seconda parte del volume, l'accurata illustrazione della pieve, descritta passo passo nei secoli della sua lunga storia (architettura, opere interne, arredi liturgici, donazioni, visite pastorali, relazioni degli arcipreti...), e delle chiese presenti in paese e sul territorio comunale, da S. Rocco a S. Defendente... È un racconto ricco di informazioni, di inediti documenti, di immagini. Grande il valore documentario del volume illustrato sia da documenti istituzionali provenienti da vari Archivi pubblici, sia da immagini conservate da generazioni nelle famiglie, un patrimonio spesso fragile, a rischio di perdita... ora consegnato alle stampe e alle cure della comunità locale così da garantirne la tutela e la trasmissione alle future generazioni.... È un racconto di cui va dato grande merito a Bortolo Pasinelli e Ester Pozzi poiché sa affascinare il lettore e offre gli elementi di conoscenza necessari per affrontare, con impegno civile, la bella sfida di salvaguardare e valorizzare Solto e la sua storia nel solco della tradizione». Ribadiscono questo concetto anche il sindaco Maurizio Esti e l'assessore Tino Consoli, sottolineando nella loro presentazione che «la ricostruzione della millenaria storia del paese, sotto il profilo civile e religioso... potrà costituire motivo per accrescere la nostra consapevolezza di abitare un paese ove il trascorrere del tempo ha lasciato i segni nelle pietre, nei luoghi e nella gente. Ciò potrà agevolare, attraverso la conoscenza del passato, il dialogo fra generazioni...».

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