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Eravamo Tutti Contadini. Soldati di Langa e Roero alla Grande Guerra 1915-1918

Priuli & Verlucca Editori

Scarmagno, 2006; ril., pp. 160, ill. b/n, tavv. b/n, cm 18x25.
(Quaderni di Civiltà e Cultura Piemontese. 32).

collana: Quaderni di Civiltà e Cultura Piemontese

ISBN: 88-8068-339-X - EAN13: 9788880683391

Soggetto: Saggi Storici

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Italia,Piemonte e Valle d'Aosta

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.58 kg


Donato Bosca nei suoi primi due anni da Preside dell'Istituto Scolastico che ad Alba amministra lo storico Liceo «Govone» ha dedicato tempo ed energie al progetto di riordino dell'archivio che documenta e racconta le vicende della più prestigiosa istituzione scolastica della città.
Questo impegno e la scoperta che la quasi totalità delle aule scolastiche sono dedicate a giovani combattenti della prima guerra mondiale lo hanno reso consapevole del silenzio «innaturale » che circonda oggi la tragedia della «Grande Guerra».
In questi stessi anni le ultime confidenze della madre hanno fatto riaffiorare il ricordo dei due nonni soldato che erano riusciti a «portare a casa la pelle» (Pasquale Carmine, classe 1899, cavaliere di Vittorio Veneto e Donato Bosca, classe 1881, richiamato al servizio nella compagnia del Genio).
Entrambe le circostanze hanno dato impulso alla ricerca sui soldati contadini di Langa e Roero costretti a sacrificare gli anni d'oro della propria gioventù agli ideali di una Patria che quasi tutti sentivano distante e ostile.
Il racconto di quella guerra, l'inutile e insensata carneficina sbandierata per progresso, viene affidato ai memoriali di Andrein Botto, Luigi Ravina, Carla Quilici e G.M., capitano del Genio Aeronautico, agli epistolari di Sabino Traversa, Pantaleo Casassa, Luigi Reina e Ottavio Lazzarini, alle tesi di laurea di Bruno Bruna e Angelo Baudana e a decine di testimonianze che hanno come protagonisti soldati sopravvissuti e i loro familiari.
Le voci che Donato Bosca, nel suo mestiere di recuperante della memoria, strappa al silenzio sono voci di lotta con il corpo ferito e con la mente che abbandona le ragioni della speranza.
Voci che esprimono un aggrapparsi ostinato alla vita, per quanto questa sia difficile, umiliante e dolorosa.

Ne viene fuori un libro spietato e vibrante che denuncia l'assurdità della guerra con i ragionamenti semplici della gente umile, che redime e condanna con lucidità e pacato sconforto, senza fare sconti. Di questo libro, prima ancora che fosse concepito come progetto editoriale, aveva scritto il giornalista Fabio Felicetti in un articolo pubblicato in terza pagina dal Corriere della Sera venerdì 17 luglio 1992, dando notizia di uno degli epistolari ora parzialmente pubblicato. Questo epistolario è ora custodito nella Casa delle Memorie, sede-museo dell'Associazione Culturale Arvangia a San Donato di Mango, nelle Langhe, e le risposte che i soldati imploravano sul perché di situazioni insensate come quelle che la guerra obbligava a vivere diventano in questo nuovo libro tessuto finissimo e drammaticamente reale, senza soste fra passato e presente.

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