Hesperìa. 31. Ionios Poros. La Porta dell'Occidente. Secondo Supplemento a Grecità adriatica
Braccesi Lorenzo
Libreria Editrice L'Erma di Bretschneider
Roma, 2014; br., pp. 184, cm 17x24.
(Hesperia. 31).
collana: Hesperia
ISBN: 88-913-0689-4 - EAN13: 9788891306890
Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità
Testo in:
Peso: 0.53 kg
Ma perché il libro è mutato in corso d' opera? Perché, di necessità allargandosi il campo di ricerca, ho dovuto in non pochi casi procedere a revisioni e ad approfondimenti di quanto talora ho scritto, senza più rileggermi, oltre quaranta anni fa. Ero allora un giovanissimo studioso, dotato più di passione che di dottrina. Se il tempo non ha affievolito la prima e, viceversa, ha incrementato la seconda, anche questo libro non sarà stato inutile. Le sue pagine, di fatto, si cimentano con ciò che non ho mai scritto, ma che da sempre avrei voluto (forse dovuto) scrivere. Per questo il sottotitolo rimanda a Grecità adriatica. Sì come secondo supplemento' , ma questa volta come supplemento' unitario, autonomo e di spessore monografico.
Dunque, dopo Hellenikòs kolpos, Ionios poros! Un tema che finora avevo trascurato nelle mie ricerche almeno nella sua dimensione più ampia e totalizzante. Un libro dove preciso la funzione, talora complementare, della seconda rotta per l' occidente con approdo, non a Otranto o dintorni, ma al Gargano; dove riesamino la centralità del ruolo di Corcira sull' arco di più secoli; dove, alla luce della realtà di Pelagosa/Palagrua, riconsidero il problema delle rotte adriatiche; dove indugio sul rapporto tra le leggende diomedea e troiana e cretese, chiarendo - anzitutto a me stesso - l' esegesi di due tormentati luoghi licofronei. Ma non solo. E' questo anche un libro nel quale alcune indagini mirate, con più affinata rilettura delle fonti, mi hanno consentito di chiarire come proprio Otranto sia stata sede di una delle due apoikiai adriatiche del secondo Dionigi (l' altra è forse stata Siponto) e poi un phrourion di Alessandro il Molosso; di riscoprire, inoltre, un'imitatio Achillis, mai presa in considerazione, in un gesto teatrale di Pirro; di determinare, ancora, perché, dopo Canne, Annibale da Capua sia di nuovo tornato sulla costa adriatica - in Daunia e nel Salento - trascurando di valersi del vantaggio della sua grande vittoria per piombare su Roma, stremata e demoralizzata.
Ovviamente molti altri temi affronta il libro, che lascio al lettore di riscoprire e valutare nella loro consistenza. Accomiatandomi da lui, mi sia però consentito di indirizzare un ringraziamento, non di circostanza, a Flavio Raviola, che, a partire dal volume trentesimo, dirige Hesperìa. Flavio, il subalpino, l' unico tra i miei allievi più maturi degno di questo nome! Cui, nel ricordo, non posso non associare i miei ultimi, e più giovani, scolari patavini Andrea Debiasi ed Elena Pastorio, nonché l' adottata e carissima Maddalena Bassani.
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