Lucrezia Gonzaga. Lettere. Con appendce di nuovi documenti
Rovigo, 2009; br.
Soggetto: Ristampe anastatiche, Epistolari
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Emilia Romagna
Testo in:
Peso: 1 kg
Lucrezia Gonzaga è una delle presenze femminili più significative della letteratura italiana del '500, insieme a Vittoria Colonna, Gaspara Stampa e Veronica Franco. Ciò che la contraddistingue da costoro, più note come poetesse, è che Lucrezia sceglie come esordio letterario la prosa in volgare, non la poesia, e il genere epistolare. La raccolta di lettere che lei destina alle stampe in Venezia nel 1552 è l'unica sua opera edita finora conosciuta. E' costituita complessivamente da 312 missive, la cui peculiarità nella maggioranza dei casi consiste nel fatto che vengono indicati il destinatario, il luogo da cui sono state spedite, il giorno e anche il mese, ma mai l'anno. Delle lettere, 240 hanno come luogo di spedizione Fratta nel Polesine, 42 Rovigo, 10 Costa di Rovigo (dove i Manfroni avevano proprietà e beni); il resto è distribuito tra Venezia, Verona, Luzzara, Dosolo e Gazzuolo. A 5 lettere soltanto manca il luogo di spedizione. All'epoca della Gonzaga in ambito veneziano e veneto, nel campo della produzione letteraria il modello epistolare di riferimento, oltre a Pietro Bembo, in assoluto era Pietro Aretino, che vive e pubblica a Venezia tra il 1538 e il 1546 ben tre tomi di Lettere. Dei rischi di un possibile confronto con un gigante di tale statura, Lucrezia dimostra di esserne ben consapevole. L'esempio viene seguito, pur con altri intenti e contenuti, da Luigi Groto, il Cieco di Adria, con le "Lettere famigliari", opera pubblicata postumanel 1601 e più volte ristampata. L'ultima di queste, con i tipi della editrice Antilia, è avvenuta nel 2007 e nella introduzione è riportata una lettera dello stesso Groto, inviata nel luglio del 1563 a Caterina da Lodi a Venezia, nella quale viene esaltata la raccolta di Lettere della Gonzaga, classificandola tra i modelli più noti del genere epistolare. Egli la raccomanda, insieme alle Lettere di Pietro Bembo, di Claudio Tolomei, di Bernardo Tasso, di Girolamo Parabosco, di Luca Contile e di don Antonio De Guevara, a "chi vuol leggere una bella lettura uscita da un ingegno chiaro e da una lingua tersa". Raccomandazione che imita in sostanza quella che l'editore-stampatore Gualtero Scotto nel 1552 rivolge a Pietro Paolo Manfrone, uomo d'armi al servizio dei veneziani e dedicatario della edizione princeps delle Lettere di Lucrezia Gonzaga, invitandolo a leggerle "con quella istessa attenzione che solete leggere le cose di importanza, e chiaramente vedrete che elle meritano di essere anteposte a molte scritte a' nostri tempi da letterati accorti ingegni".
Dopo l'edizione del 1552 quella odierna delle "Lettere" della Gonzaga è la prima edizione critica moderna in cui, da parte dei curatori prof. Renzo Bragantini, filologo e docente di Italianistica all'Università La Sapienza di Roma e prof. Primo Griguolo, storico e studioso dell'età umanistica e rinascimentale, sono stati eliminati gli errori tipografici, offrendo una versione più moderna sul piano linguistico del testo, migliorando così l'accessibilità e la fruizione dell'opera. Ed è proprio sotto l'aspetto storico, seguito dal prof. Primo Griguolo, che l'opera presenta le maggiori novità, in appendice di questa edizione.