Cinema & esperience. Le teorie di Kracauer, Benjamin e Adorno
Johan & Levi
Traduzione di Cagnone N.
Milano, 2013; br., pp. 414, cm 16x23.
(Saggi d'Arte. 8).
collana: Saggi d'Arte
ISBN: 88-6010-087-9
- EAN13: 9788860100870
Soggetto: Cinema
Testo in:
Peso: 0.666 kg
A partire dagli anni novanta i cosiddetti cinema studies hanno subito una tale proliferazione da diventare una vera e propria disciplina accademica. Attualmente, però, il loro oggetto d'indagine sembra dissolversi sempre di più in un flusso di mutevole, globale e globalizzate, cultura dell'immagine: audiovisiva, elettronica, digitale e web. Miriam Bratu Hansen ricomincia dal principio, ovvero dalla perspicace critica della modernità operata da tre pilastri dell'estetica del Novecento, Kracauer, Benjamin e Adorno, incentrata proprio su questo media: non su ciò che il cinema è, ma su quello che fa, ovvero la particolare esperienza sensoriale e mimetica che esso rende possibile negli spettatori. Non un'ontologia del cinema, dunque, ma un tentativo di comprensione, sebbene con prospettive e modalità differenti, del suo ruolo all'interno della modernità in evoluzione. I film, infatti, contribuiscono in maniera sostanziale alla riconfigurazione dell'esperienza intesa nel suo senso più pieno di Erfahrung, ovvero come vita quotidiana, rapporti sociali e lavorativi, economia e politica. La recente apertura della frontiera del digitale e il necessario ripensamento di dispositivi e categorie filmiche fondamentali come il movimento e l'animazione lanciano una nuova sfida, che però non è una minaccia: dopo aver fatto "saltare con la dinamite dei decimi di secondo questo mondo simile a un carcere", il cinema potrebbe riaprire capitoli dell'estetica apparentemente chiusi e riattualizzarli.