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Bizhan Bassiri. La caduta delle meteoriti

Skira

Venezia, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA, 1 giugno - 27 novembre 2011.
Milano, 2011; br., pp. 256, 130 tavv. b/n e col., cm 24x28.
(Arte Moderna. Cataloghi).

collana: Arte Moderna. Cataloghi

ISBN: 88-572-1137-1 - EAN13: 9788857211374

Soggetto: Scultura e Arti Decorative - Monografie

Periodo: 1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.686 kg


Pubblicata in occasione della personale dello scultore Bizhan Bassiri, la monografia presenta il complesso di opere che costituisce il ciclo plastico La caduta delle Meteoriti, un nutrito corpus di opere che giungono a rendere emblematica, dopo circa trent'anni di lavoro, la propria concezione plastica, orientata sin dagli esordi avvenuti a Roma, a partire dall'inizio degli anni Ottanta, dal Pensiero magmatico (1984) e dal Manifesto teorico del Pensiero Magmatico (1986). L'avvio del lavoro plastico di Bassiri trae origine da un'autentica illuminazione suscitata nell'artista dall'identificazione tra il processo intuitivo per l'elaborazione trasformativa della materia e la costante incipienza dell'attività vulcanica presente nel pianeta. Sul Vesuvio nel 1979 riceve una forte impressione alla vista del cratere. Da quell'istante, nella mente dell'artista, il binomio eruzione-intuizione si fondeva in un unico concetto che è diventato il principio generativo di tutto il suo lavoro.
Il ciclo di opere La caduta delle Meteoriti ha origine da alcune creazioni effettuate a cielo aperto intorno al proprio studio in Toscana, nelle 'terre senesi', ove a brulle colline lunari si alternano verdi valli rigogliose. L'imponente gruppo di opere in bronzo che ha costituito la base di mostre effettuate nella cattedrale di San Bavo e presso lo Stedelijk Museum voor Actuele Kunst di Gent (Belgio), nella Galleria dell'Accademia di Firenze, presso la Fondazione Palazzo Strozzi e presso l'Osservatorio astrofisico di Arcetri di Firenze, nell'Acquario di Roma e in Piazza San Lorenzo in Lucina sempre a Roma e in altri luoghi, trova ora sede tra i marmi greci e romani, tra i rilievi e le iscrizioni, tra i busti e i ritratti antichi, nonché tra le antichità egizie e del vicino Oriente del Museo Nazionale Archeologico di Venezia.
Con uno specifico progetto critico che radicalizza la presenza dell'opera di Bassiri, quasi esclusivamente costituita da elaborati in acciaio e bronzo con patine nere, di fronte a importanti esempi di scultura antica in marmo bianco, la mostra offre un esempio di relazione dialettica tra la scultura antica e quella contemporanea, capace di suscitare stimolanti opportunità di riflessione sull'arte plastica e i suoi sviluppi nel tempo.

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