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Le Lettere Ritrovate

Aiòn Edizioni

Firenze, 2013; br., pp. 144, cm 17x24.
(Letteratura. 3).

collana: Letteratura

ISBN: 88-98262-06-X - EAN13: 9788898262069

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.52 kg


Ha scritto Wolfgang Goethe: "Le cose che nascono dal cuore vanno al cuore" e queste lettere di Bibi a Rosalba vengono dal cuore e vanno al cuore. Scritte da Bibi all'amica ritrovata, corrono dall'una all'altra e sebbene siano solo quelle scritte dalla prima contengono anche la seconda. Leggendole si trova un doppio autoritratto: quello di Bibi che si specchia in Rosalba, e quello di Rosalba che non scrive di sua mano ma "è scritta" dall'amica. È Rosalba che dopo trent'anni ha cercato e ritrovato Bibi. La prima lettera di Bibi, che di nome anagrafico è Ida, reca la data di fine giugno 1985, l'ultima del 10 gennaio 2012: ventisette anni lungo i quali si snoda la parte più importante della vita delle due, quella che corrisponde alla loro maturità. Dal tempo dei banchi di scuola le due amiche si ritrovano poco più che quarantenni: gli anni passati lontano, una in Toscana, l'altra in Sicilia, non le hanno separate: due vite apparentemente diverse ma legate da una simmetria interiore, quasi speculare. Bibi avverte dall'inizio quale è la ragione del loro ritrovarsi: un affetto profondissimo, più che solidale, nato dalla condizione che lega gli esseri umani, la solitudine: "In fondo sono sola, ecco la verità, e aver ritrovato te è stato come una ancora di salvezza;
chissà per quali strani sentieri i pensieri trovano il loro divenire! Le ragioni, i motivi, i perché, certo esistono ma doverli sviscerare per trovare le soluzioni, mi rende piena di paura... Forse è meglio che non ti spedisca questa lettera, non lo so; ma la speranza che in un altro punto della terra io possa avere un cuore pronto ad ascoltarmi è troppo cara..." Bibi a un certo punto confessa a Rosalba la paura del ricordare: "[...] a volte vorrei non avere più memoria [...] i ricordi consumano, distruggono". Ma è una paura presto superata; il bisogno di raccontare, di condividere insieme le emozioni della vita, muove incessantemente la scrittura di queste lettere. E Rosalba, anima che ascolta l'anima che scrive, non appare mai muto interlocutore: le due amiche sono come riflesse insieme nello specchio di queste lettere. La vita dunque le spinge al racconto e il racconto ininterrotto le conduce alla vita: il mondo fuori, in fondo, è uno spettatore secondario.

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