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Il Mausoleo di Giulio Cesare a Roma. Ricerche storiche e topografiche

Arbor Sapientiae. Distribuzione e Rappresentanza Editoriale

Roma, 2020; br., pp. 90, ill. b/n, cm 13x24.
(Antichità Romane).

collana: Antichità Romane

ISBN: 88-31341-14-6 - EAN13: 9788831341141

Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Luoghi: Roma

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.22 kg


Con l'intento della ricerca del luogo della sepoltura di uno degli uomini più noti nella storia universale, il volume inizia con il racconto della morte di Cesare per poi procedere all'esame delle fonti letterarie e degli indizi archeologici. In base alle fonti, restringendo mano a mano l'area topografica dell'indagine si giunge al Campo Marzio e più precisamente alla sua parte meridionale presso la riva del Tevere dove fu sepolta Giulia la figlia di Cesare e quindi presumibilmente Cesare stesso. Qui le Notizie degli Scavi a fine Ottocento riportano numerosi ritrovamenti archeologici in occasione dell'apertura della via Arenula e particolarmente l'Ara dei Vicomagistri presso l'angolo con via di San Bartolomeo dei Vaccinari, che ha consentito l'identificazione di un quartiere sconosciuto della città antica, grazie al nome inciso sul basamento di posa dell'ara: il Vicus Aescleti, luogo probabile della sepoltura di Giulia. Le Notizie inoltre indicano in più punti il ritrovamento di parti di un muraglione costruito con grandi blocchi di tufo e porticato internamente con colonne di travertino, evidentemente di recinzione di una vasta area lastricata, in fondo alla quale verso il Tevere vi è un rilievo di terreno indicante con ogni probabilità preesistenze romane e da identificare secondo l'autore con il sepolcro di Caio Giulio Cesare. Sin dall'Alto medioevo ancora questa zona era denominata "in Iulia", con evidente riferimento alla gens Giulia cui apparteneva il divo Giulio, appellativo che aveva la scomparsa chiesa di S. Anna dei Falegnami (alias S. Maria in Iulia), demolita nel 1889 per l'apertura della via Arenula. Sempre da questa regione provengono alcune iscrizioni funerarie della gens Giulia ed ancora nel 1563 il rinvenimento delle due statue colossali dei Dioscuri oggi alla sommità della rampa del Campidoglio, in quanto questi avevano natura anche di divinità funerarie. L'aspetto ultimo dell'opera tuttavia è l'identificazione della fisionomia di Cesare che l'autore crede di avere individuato nel busto di Cesare oggi nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani e che costituisce si può dire l'essenza di questo libro.

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