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Le differenze della singolarità. Il divino e l'umano fra Jacques Derrida e Jean-Luc Marion

Associazione Culturale Mimesis

Sesto San Giovanni, 2015; br., pp. 194.
(Antropologia della Libertà. 9).

collana: Antropologia della Libertà

ISBN: 88-575-3053-1 - EAN13: 9788857530536

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.93 kg


Quale spazio si dischiude per il pensiero speculativo con la decostruzione? Quali forme esso potrà assumere per dire la singolarità del soggetto? La risposta a queste domande sollecita il confronto con le opere di Jacques Derrida, Martin Heidegger, Jean-Luc Marion, a partire dai problemi che la metafisica suscita. Chiedersi se essa sia superata o, viceversa, permanga come ineludibile istanza critica comporta di ragionare sulle categorie e i legami che strutturano ogni definizione dell'umano. Decostruire la metafisica è scoprire differenze e mostrare le forme che esse tracciano. Lo spazio che si dischiude permette di parlare dell'uomo, evitando sia le derive soggettivistiche, sia l'assorbimento nel divino. Evitata la reciproca appropriazione, si scoprono tratti singolari che chiamano in causa la libera decisione affinché l'uomo sia. Riprendere gli interrogativi dell'eredità della fenomenologia francese significa proseguire sui margini del pensiero. Leggere è scrivere, ovvero pensare, secondo possibilità di vivere, perché si riconosce ogni domanda come personale. Il soggetto apprende che il proprio limite non si supera né si trascende, ma diviene soglia minima per volgersi al reale.

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