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Il fiume che voleva scrivere

Neri Pozza Editore

Traduzione di Folin A.
Vicenza, 2022; br., pp. 396, cm 12x24.
(Spleen).

collana: Spleen

ISBN: 88-545-2536-7 - EAN13: 9788854525368

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.65 kg


Sotto il nome di Progresso, di Tecnica, abbiamo depauperato la Terra. Se i fiumi, le montagne, le foreste, gli oceani, i ghiacciai e le terre, dopo millenni di soprusi, potessero esprimersi, che parole userebbero? Nella rivendicazione dei loro diritti fondamentali, gli elementi della natura troverebbero ascolto presso quei «soggetti» umani, unici responsabili di quella sistematica prevaricazione? Questo è un libro-percorso, con un fine preciso: pensare una «rivolta giuridica della Terra», a partire dai nostri luoghi qui in Europa, per dare strumenti a chi in futuro vorrà impegnarsi nella trasformazione di un certo modo di scrivere le leggi. Per attribuire, dunque, lo statuto di persona giuridica a quegli elementi della natura, arbitrariamente considerati «oggetti» in quanto non umani. Un cambiamento profondo nei nostri sistemi legislativi che invita gli assenti al tavolo dei negoziati e che porta con sé la speranza di un risarcimento. Una nuova ontologia dove fiumi, laghi, mari, specie animali, vegetali potranno sostenere le proprie ragioni e scrivere, assieme a noi umani, i termini della vita comune. Un libro raccontato da Camille de Toledo con le voci di Frédérique Aït-Touati, Bruno Latour, Virginie Serna, Bruno Marmiroli, Jacques Leroy, Jean-Pierre Marguénaud, Catherine Larrère, Catherine Boisneau, Valérie Cabanes, Matthieu Duperrex, Gabrielle Bouleau, Sacha Bourgeois-Gironde, Marie-Angèle Hermitte... E se le ferite, i dolori, le stanchezze della natura diventassero linguaggio, parole di collera, parole politiche che pretendono di essere ascoltate e istituite nelle nostre forme umane, nelle nostre leggi? E se la siccità che vediamo a ogni estate fosse il segno di un linguaggio, di una voce del mondo che ci obbliga all'ascolto? E se gli elementi della natura, fiumi, corsi d'acqua e montagne e foreste e oceani e ghiacciai e terre, a forza di esclusioni, di espropriazioni, di estrazioni, di depredazioni, avessero cominciato a inventare una grammatica propria, esigendo di essere rappresentati? Ecco la storia della rivolta giuridica della Terra.

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