Elio Petri, impolitico. La decima vittima (1965)
Edizioni ETS
Pisa, 2005; br., pp. 134, ill. col., cm 14x22.
(Scritture della Visione. 9).
collana: Scritture della Visione
ISBN: 88-467-1292-7
- EAN13: 9788846712929
Soggetto: Cinema
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Nessun Luogo
Testo in:
Peso: 0.24 kg
Elio Petri, nel panorama del cinema italiano del dopoguerra, occupa una zona oscura, ambigua. Eclissato dall'impeto ideologico che ha investito il controverso fenomeno del «cinema politico», il cineasta romano è stato attaccato, discusso e infine rimosso, senza di fatto essere indagato a fondo. La scelta di guardare alla figura dell'autore dalla prospettiva assai singolare di La decima vittima - un film che non appartiene al periodo «maturo» e che, almeno apparentemente, è distante dalle inclinazioni della sua produzione maggiore - muove dall'intenzione di andare oltre la sbrigativa e sfuggente etichetta del cinema politico. Il fascino sgargiante di quest'opera, spiccatamente pittorica, sembra rivolgersi altrove; ma in realtà, la maschera pop, costruita dal regista con accurata esuberanza figurativa, trasforma l'apologo fantascientifico di La decima vittima in un pamphlet graffiante e coloratamente corrosivo. Esiste dunque un Petri impolitico? L'analisi di questo film eccentrico intende rispondere a questa domanda, cercando di andare oltre la superficie accattivante delle figure, nel tentativo di tracciare un ritratto dell'autore diverso dal consueto.