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L'età delle miniere. Il declino dell'industria mineraria nell'Italia repubblicana

C&P Adver Effigi

Arcidosso, 2024; br., pp. 520, cm 15,5x21.
(Genius Loci).

collana: Genius Loci

ISBN: 88-5524-757-3 - EAN13: 9788855247573

Soggetto: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,Saggi Storici

Luoghi: Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.69 kg


L'industria mineraria italiana si è dissolta nella seconda metà del Novecento, nonostante fosse stata ritenuta strategica per il superiore interesse nazionale. Per capire come sia stato possibile, sono state ricostruite le vicende che hanno provocato l'abbandono delle miniere, distinguendo tre periodi in cui il commercio delle materie prime si è profondamente modificato. Nel primo periodo, compreso tra il 1945 e la fine della guerra di Corea, furono riattivate le miniere, cambiò la geografia mineraria con la perdita dell'Istria e fu scoperto il metano nella Pianura Padana, mentre le istituzioni repubblicane confermarono i funzionari della fase autarchica. Nel secondo periodo, compreso tra il 1954 e il 1973, si affermò il declino del carbone a vantaggio del petrolio e, superata la crisi di Suez, fu possibile disporre del nuovo combustibile a basso prezzo, che favorì l'importazione delle materie prime di migliore qualità rispetto a quelle nazionali. A partire dal 1958, la politica di riduzione delle protezioni doganali e le ridotte riserve delle miniere furono gli altri aspetti che aumentarono le difficoltà dell'industria mineraria. La fondazione, negli anni Sessanta, dell'Ente minerario siciliano e di quello sardo furono i primi segnali di una progressiva sostituzione del capitale privato con quello pubblico nel settore minerario e metallurgico. Il terzo periodo inizia con la guerra del Kippur, a cui fece seguito l'esplosivo aumento del prezzo del petrolio. Alla fine del 1973 vennero meno le condizioni che avevano permesso il «miracolo economico italiano» e la crisi delle miniere si aggravò con il calo generalizzato della domanda dei beni. L'intervento pubblico, a sostegno delle miniere, fu ampliato dal Ministero delle partecipazioni statali con l'attivazione dell'EGAM, che riuscì solo a produrre un enorme deficit a carico dello Stato. Nel 1977 all'EGAM, in liquidazione, subentrò l'IRI e l'ENI, che rilevarono gli impianti e le miniere già nazionalizzate. Dopo la seconda crisi petrolifera, affermatasi tra il 1979 e il 1980, iniziarono i primi abbandoni delle storiche miniere di ferro e pirite. Nel 1986, le ultime residue protezioni doganali furono rimosse e il declino dell'industria mineraria proseguì, fino alla sua quasi totale scomparsa.

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