Il cinema di Guillame Apollinaire. Manoscritti inediti del primo poeta del cinema
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Traduzione di Taralon D. e Lafitte C.
Roma, 2018; br., pp. 96, ill.
ISBN: 88-6692-043-6
- EAN13: 9788866920434
Testo in:
Peso: 0.46 kg
Guillaume Apollinaire morì il 9 novembre 1918. In occasione dell'importante centenario, in questo volume la ricercatrice e docente Carole Aurouet mette in evidenza un aspetto poco esplorato della sua opera: il cinema, con il quale Apollinaire intrattenne un rapporto denso e appassionato. Affascinato dalle straordinarie possibilità del nuovo mezzo espressivo - e in totale antitesi con l'ostilità moraleggiante manifestata da molti intellettuali del periodo -, il poeta frequentò assiduamente le sale di proiezione, pubblicò dei testi sul cinema e lo inserì nelle proprie creazioni letterarie. Poi, decise di scrivere anche per il cinema. Nel 1917, insieme all'amico André Billy, scrisse una prima sceneggiatura, La Bréhatine. Cinéma-drame en quatre parties (La Bréhatine. Cinema-dramma in quattro parti): storia di un amore infelice declinata in modo molto meno stereotipato di quanto ci si potrebbe aspettare da un soggetto di stampo tradizionale. Una seconda sceneggiatura, scritta dal solo Apollinaire in un piccolo quaderno dalla copertina rossa e ispirata a un'opera di Jules Verne, non fu mai portata a termine: C'est un oiseau qui vient de France (È un uccello che viene dalla Francia), vicenda inserita nel contesto storico della Prima guerra mondiale e pervasa da una diffusa germanofobia. Conservati presso la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet e mai pubblicati prima d'ora in forma così compiuta, i due preziosi manoscritti sono qui perfettamente riprodotti in grandi tavole a colori che ce li mostrano in ogni particolare - cancellature, sottolineature, trasparenze di testi già stampati -, e sono accompagnati dalla loro traduzione filologica, fedele agli originali finanche nella disposizione di righe e parole. L'ampia presentazione iniziale a cura dell'Autrice li contestualizza storicamente e culturalmente, facendone emergere il ruolo di illuminanti testimonianze: non solo quanto all'opera individuale del grande poeta, ma più in generale quanto alla spinta avanguardista destinata a rinnovare arte e cultura del primo Novecento.