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Noi moriamo a Stalingrado

Longanesi

Milano, 2006; ril., pp. 269, cm 15x27.
(Nuovo Cammeo. 475).

collana: Nuovo Cammeo

ISBN: 88-304-2396-3 - EAN13: 9788830423961

Soggetto: Saggi Storici

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Extra Europa,Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.419 kg


Erano contadini, artigiani, operai, commercianti. Settantasette italiani, tra i 20 e i 35 anni, precipitati nel peggior mattatoio della seconda guerra mondiale: Stalingrado. Erano del 127° e 248° autoreparto: avevano portato uomini e rifornimenti alla VI armata di Paulus e dovevano rientrare dopo aver riempito gli autocarri con la legna per affrontare l'inverno. Furono invece bloccati dall'avanzata dell'Armata Rossa alla fine di novembre del 1942. L'evento che cambiò le sorti del conflitto viene vissuto dal basso, il massacro dei combattimenti s'intreccia ai tormenti di poveri soldati: freddo, malattie, fame crescente. La loro lenta agonia è raccontata dalle lettere spedite a casa. Le ultime, in gennaio, testimoniano la fine di ogni speranza. Dopo la resa, la prigionia falcidia i sopravvissuti. Solo due rivedranno l'Italia. Oggi la loro memoria vive nel ricordo dei familiari. Alfio Caruso, in una sorta di doloroso pellegrinaggio, li ha rintracciati quasi tutti.

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