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Nazionalità: indeterminata. Voci della diaspora palestinese in Italia

Rubbettino Editore

Soveria Mannelli, 2009; br., pp. 162, ill., cm 13x21.
(Problemi Aperti. 130).

collana: Problemi Aperti

ISBN: 88-498-2510-2 - EAN13: 9788849825107

Luoghi: Extra Europa,Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.2 kg


«Ti rendi conto che quando devi iniziare a spiegare ti ci vorrebbe un anno. Da dove inizi? Dal tuo punto di vista? Dalla fine del XIX secolo? Dall'agenzia ebraica? Gli anni '30, il '48, le risoluzioni Onu, la guerra del '67? Quando si tratta dover mettere sul piatto tutti gli elementi per fare capire il conflitto - l'occupazione, Israele la potenza occidentale, l'ingiustizia che dura da 60 anni - ho sempre paura di dimenticare qualcosa, di non essere chiaro, di lasciarli con un dubbio, e tu non puoi perché è la tua parola contro la stampa e il telegiornale. È un'impresa difficilissima, che ti schiaccia, talvolta deprimente». «I palestinesi arrivano come studenti, non come lavoratori o con le loro famiglie, e se sono rimasti è perché non sapevano dove andare. Non è che programmi tutto o dici io voglio andare in Italia. Il caso gioca un ruolo maggiore nella vita dell'esiliato rispetto agli altri». «Sono partita con una carta di identità locale. Ero la prima palestinese di Gaza che prendeva la macchina e andava a Gerusalemme. Lì ho avuto il lascia passare che è servito per l'estero. Per l'Italia non esisteva un passaporto e l'autorità israeliana rilasciava un laissez-passer dove sotto la voce nazionalità era scritto: indeterminata. Era un travel document, un documento di viaggio. Nazionalità in-de-ter-mi-na-ta! Ci tengo molto a questa indeterminata».

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