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I Sergi-Castropola-Pola (secoli XII-XXI). Storia di una famiglia dall'Istria a Treviso e la germinazione di un ramo famigliare in Boemia, all'inizio del secolo XVII

ZeL Edizioni

Treviso, 2023; br., pp. 272, cm 24x30.

ISBN: 88-87186-18-9 - EAN13: 9788887186185

Soggetto: Saggi Storici,Società e Tradizioni

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0 kg


Sino ad oggi non esisteva una ricostruzione della complessa vicenda vissuta, fra ’300 e inizio ’800, dai Pola, una delle più importanti famiglie trevigiane per almeno sette secoli. Dopo oltre un decennio di indagini, l’autore, attraverso una doviziosa messe fonti manoscritte, archivistiche e iconografiche, nonché un apparato genealogico dal 1150 al 1915, e pure in mancanza dell’archivio di famiglia, perduto, ha ripercorso e ricostruito le vicende storiche e l’evoluzione patrimoniale della famiglia: la presenza e il ruolo politico ed economico a Pola, tra l’XI e l’inizio del XIV secolo; il trasferimento e l’installazione prima a Venezia e poi a Treviso nei decenni centrali del XIV secolo, con accesso alla locale nobiltà cittadina; lo sviluppo impetuoso del patrimonio fondiario, tra XIV e XVIII secolo in quasi tutto il territorio trevigiano attuale con concentrazioni nel territorio montebellunese, nell’Altopadovano, e soprattutto a Barcon (91% del territorio del villaggio), non dimenticando il mantenimento e lo sfruttamento dei feudi istriani a Fasana (Fažana), Dignano (Vodnjan), Stignano (Stinjan), Sissano (Šišan), Valle; i legami matrimoniali con le famiglie nobili trevigiane (Bressa, Di Rovero, degli Azzoni, Rinaldi, Tiretta) e della feudalità friulana (Colloredo, della Torre, Spilimbergo, Porcia), motivo di rafforzamento patrimoniale, di ricchezza e prestigio, come attestano gli inventari di Treviso e di Barcon, ma ancor più evidentemente i ritratti di Laura Pola e del consorte Deifebo Bressa, dipinti da Lorenzo Lotto, e il profilo di Aurelia Pola, in una pala opera di Paris Bordon; e ancora: le imprese edificatorie a Treviso (il palazzo di famiglia a fine ’400 opera di Pietro Lombardo), a Posmon di Montebelluna (la barchessa di villa Pola, affrescata a fine ’400 in facciata con Carlo Magno e i suoi paladini, raro e forse unico esempio di testimonianza della diffusione dell’epopea cortese nella Marca), a Barcon di Vedelago, dove innalzano a inizio ’700 la loro villa prediletta e una monumentale barchessa, entrambe progettate dall’architetto veneziano Giorgio Massari; infine, l’epilogo tra fine ’700 e inizio ’800, culminato in una irreversibile crisi di ruolo politico-sociale, plasticamente manifesta nel fallimento dell’esperimento del mercato di Barcon. A questa congiuntura negativa faranno seguito la vendita e la dispersione del patrimonio immobiliare, in particolare del palazzo dominicale di Treviso (situato nell’odierna piazza Pola), poi demolito dagli acquirenti, e della villa, anch’essa demolita, e barchessa (ancora esistente) a Barcon di Vedelago, oltre alle numerose proprietà situate nello stesso villaggio di Barcon e in varie località del Trevigiano.

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