Le menti prigioniere. Letteratura e dissenso nella Russia sovietica
Morellini
Milano, 2016; br., pp. VI-127, cm 24x12.
(Fuori Collana).
collana: Fuori Collana
ISBN: 88-6298-411-1
- EAN13: 9788862984119
Soggetto: Saggi Storici
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Extra Europa
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Preceduti da un ampio saggio introduttivo a cura di Cesare Milanese, in nove capitoli Franco Celenza analizza i rapporti inconciliabili tra letteratura e totalitarismo. La dissidenza degli scrittori sovietici, più che di tipo politico, fu una testimonianza di libertà delle menti contro una letteratura di partito che proibiva il non conformismo e accusava gli scrittori di eresia nei confronti del realismo sovietico degli artisti "in uniforme". La dissidenza degli scrittori sovietici nasce con una vasta letteratura clandestina, diffusa attraverso il samizdat e il tamizdat, nell'Occidente libero dove furono conosciuti gli autori proibiti dal regime: Pasternak, Brodskij, Havel, Solzenicyn, Salamov, Grossman, Koestler, Milosz, Bukovskij e tanti altri, a cui il volume dedica una densa appendice dedicata ai personaggi che si opposero al totalitarismo sovietico, testimoniando l'universo concentrazionario dei gulag stalinisti e la nuova "malattia mentale" costituita dall'opposizione al regime e punita con gli ospedali psichiatrici. Lo scrittore Carlo Alfieri, al nono capitolo, contribuisce con una testimonianza letteraria sulla diaspora degli intellettuali russi tra le due guerre mondiali.