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I giardini di Betz

DeriveApprodi

A cura di Cocco E.
Roma, 2018; br., pp. 96.
(Habitus Acti. 2).

collana: Habitus Acti

ISBN: 88-6548-262-1 - EAN13: 9788865482629

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.46 kg


Diverse sono le ragioni che hanno spinto il curatore a tradurre due poemi di Giuseppe Antonio Giocchino Cerutti sui giardini. La prima ragione. I due poemi richiamano l'attenzione sul giardino come spazio del tempo e della pazienza: della cura, cioè, che ogni giardino richiede se non lo si vuole condannare alla distruzione e alla scomparsa, ma restituirlo allo stupore dello sguardo e al fremito del sentimento. Cerutti osserva che camminare in un giardino è come passeggiare nel tempo, che porta con sé uomini e cose, idee e bellezza. È filosofare «sulla instabilità dell'architettura e dell'umanità», «sulle rovine del mondo e della razza umana». È comprendere che «ogni piacere porta in sé il lutto». È vedere (per un istante, fermo negli occhi e nella mente) ciò che è prossimo a trascorrere, e che, proprio per questa sua caducità, merita attenzione e premura. La seconda ragione. Quelli di Cerutti sono due poemi che pensano al giardino come a un meta-spazio che rende possibile réver, termine considerevolmente polisemico.

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