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Ennio De Concini. Storie di un Italiano

Iacobelli

A cura di Uva C.
Pavona, 2017; br., pp. 200, ill., cm 15x21.
(Fuoricollana).

collana: Fuoricollana

ISBN: 88-6252-372-6 - EAN13: 9788862523721

Soggetto: Cinema,Società e Tradizioni

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.79 kg


Questo quaderno nasce in occasione della generosa donazione di una corposa serie di documenti riguardanti Ennio De Concini effettuata nel 2012 da Ninni e Corrado, rispettivamente moglie e figlio del grande sceneggiatore, a favore della Biblioteca "Luigi Chiarini" del Centro sperimentale di cinematografia. Attraverso il lavoro di scavo e analisi all'interno di un materiale così ampio ed eterogeneo si è cercato di restituire in questo libro la poliedricità di un uomo di cinema "suo malgrado". Lo sceneggiatore romano infatti non ha mai nascosto il suo sogno originario di diventare un letterato e quindi di aver intrapreso la strada della settima arte "per ripiego", manifestando a più riprese la frustrazione di sentirsi un semplice «portatore d'acqua», anche quando quell'acqua, irrigandolo in pressoché ogni suo anfratto, è risultata capace di rendere estremamente fecondo il terreno del cinema e della televisione in Italia per più di quattro decenni. Ennio De Concini è infatti la figura cui più immediatamente si fa riferimento quando si pensa a un "sistema" e, in particolare, a una vera e propria factory o studio system all'italiana in cui la capacità di organizzare la scrittura in maniera (para)industriale si coniuga con una pratica artigianale nutrita da una profonda coscienza culturale e artistica. La sua casa nel quartiere Prati di Roma, dove impianta inizialmente la sua bottega, è in effetti la vera e propria metafora del cinema italiano nella sua epoca d'oro, quella degli anni '50 e '60 in cui, a dispetto di qualsiasi rigida distinzione tra alto e basso, tra autore e genere, tra industria e arte, i confini sono permeabili, dotati di varchi, aperture tali da consentire in ogni momento la produttiva circolazione delle idee (oltre che dei capitali). Artista o artigiano che fosse, come qui si cerca di spiegare, De Concini è stato l'artefice di un grande racconto a puntate sull'italianità e sulle sue contraddizioni. Le sue storie sono infatti il risultato di un meticoloso esercizio di osservazione che egli ha incessantemente condotto nei confronti del carattere socio-antropologico degli italiani e che per questo si ricollega a un'antica e solida tradizione culturale.

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